Alla scoperta dei modelli animali: il topo
Il Mus musculus è il classico topino utilizzato in ricerca e rappresenta l’organismo modello animale più famoso al mondo. Ma perché proprio il topo? E...
Il Mus musculus è il classico topino utilizzato in ricerca e rappresenta l’organismo modello animale più famoso al mondo. Ma perché proprio il topo? E...
Sapevate che tra gli organismi modelli compaiono anche gli anfibi? Lo Xenopus laevis non è però una semplice rana: di provenienza del Sud Africa, rappresenta...
Nel nostro viaggio alla scoperta dei modelli animali oggi incontriamo l’innocuo moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster (quest’ultimo termine in riferimento al suo addome scuro)....
Il nostro viaggio alla scoperta degli animali modello ci porta oggi a imbatterci in un pesciolino, lo zebrafish (Danio rerio). Si tratta di un pesce...
Il C. elegans (o roundworm) è un piccolo vermetto appartenente al phylum dei nematodi. Le sue piccole dimensioni e la sua trasparenza consentono di osservare...
Vi siete mai chiesti perché vengono utilizzati organismi animali modello nell’ambito della ricerca biomedica? O come mai alcuni animali vengono preferiti ad altri nelle scienze...
L’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia del Senato sta discutendo dei disegni di legge sulla “Tutela Animali”, e , con apprezzabile lungimiranza, sono stati convocati in audizione non solo i rappresentanti delle associazioni animaliste ma anche chi con gli animali ci lavora, permettendo così un’analisi più realistica della situazione.
Per conto di Pro-Test Italia e del Patto Trasversale per la Scienza si è presentata la dottoressa Giulia Corsini, medico veterinario e consigliere del Patto Trasversale per la Scienza, evidenziando le criticità presenti nelle proposte dei Senatori.
A marzo sono stati pubblicati i dati sugli animali utilizzati in Italia a fini scientifici nel 2016. Numeri e commenti
È giunta la notizia dell’inevitabile uscita di scena dall’Italia della proprietà di Green Hill, l’allevamento di Beagle destinati alla ricerca scientifica. Allevamento che era stato subito dissequestrato, ma che non poteva comunque più operare in quanto il nostro Parlamento, per accontentare le lobby animaliste, introdusse una norma “Ad aziendam” nel recepimento della Direttiva Europea sulla sperimentazione animale che impedisce l’allevamento dei cani per la ricerca nel nostro Paese.
Avete mai fatto caso a tutti quegli attivisti che parlano dei ricercatori in chiave negativa, accusandoli di essere assassini di animali, a volte in maniera molto aggressiva? Certo il dilemma etico non è da poco e il dibattito è incandescente. Cerchiamo allora di capire insieme come stanno le cose. Anzitutto, qualche definizione. la parola “vivisezione”, ovvero dissezione su animali vivi, non è impiegata più in ambito scientifico perché rappresenta l’uso di pratiche invasive senza anestesia e di un metodo di studio proibito dalla legge…
Ci rimane da inquadrare il secondo dato che ci viene fornito, ossia quello dei 100.000 morti all’anno negli Stati Uniti in seguito ad eventi avversi a farmaci. Si tratta di un dato che viene spesso utilizzato dagli antivivisezionisti per giustificare la loro posizione, accusando la sperimentazione animale di esserne la causa.
Ieri in Senato si è disputata l’ennesima battaglia tra chi vorrebbe abolire la sperimentazione animale e una manciata di Senatori, in trincea, che con perseveranza cercano di spiegare a un’aula indifferente alla tematica che i modelli in vivo nella ricerca sono utilizzati in tutto il mondo e non sono un capriccio made in Italy, che senza la sperimentazione animale gli istituti di ricerca scappano lasciando l’Italia senza un settore strategico
100.000 morti all’anno negli Stati Uniti e 197.000 morti all’anno in Europa per eventi avversi a farmaci.