In morte del no-vax – breve saggio sulla paura da Covid-19 (SARS-CoV-2)

Da circa un mese sempre più incalzanti notizie ci hanno fatto conoscere il nuovo Coronavirus, di cui tutti siamo ormai esperti. Allo stesso tempo i sempre vivaci attivisti no-vax si sono presi una vacanza e molti meme sui social li prendono di mira. La domanda è:
“Basterà questa pestilenza del 2020 a convincerli dell’inconsistenza delle loro tesi e a farli tornare sui loro passi?”
Faccio una premessa. Sappiamo già chi siano i no-vax, ma chi sono le persone sulle quali i ragionamenti sconnessi degli antivaccinisti fanno presa? Per rispondere a questa domanda mi posso figurare, per semplicità, tre scenari: c’è una fetta di popolazione che è rappresentata da quei padri e madri, giovani, professionisti, ecc. che non hanno mai sentito parlare del rapporto rischio/beneficio di un vaccino; ci sono coloro i quali, pur conoscendo il rischio/beneficio, non hanno mai fatto approfondimenti in merito; infine persone che, pur conoscendo bene questo concetto, commettono un errore di valutazione per le più disparate ragioni.
Il risultato finale, però, è sempre lo stesso: paura degli effetti collaterali di un vaccino è maggiore rispetto alla paura della malattia stessa, peggio se sobillata dalle preoccupanti chiacchiere di qualche “autorevolissimo” no-vax. Per nostra fortuna alcune malattie, anche molto famose, sono paradossalmente poco tangibili dall’esperienza comune. Mi spiego: pochi di noi hanno visto un malato di morbillo e ancor meno gli effetti di un’encefalopatia causata da questa malattia; al contrario è capitato a tutti di avere una comune influenza e di guarire dopo qualche giorno di riposo e con un po’ di paracetamolo a supporto. È così che si potrebbe credere che il morbillo porti con sé lo stesso rischio di una comune influenza e che il beneficio del vaccino sia del tutto trascurabile. Anzi: grazie ad una alterata percezione del rischio, molto spesso sembra che gli effetti collaterali che porta con sé un vaccino siano ben peggiori della malattia stessa. Ricordo che il vaccino è un medicinale e, come tutti i medicinali, potrebbe avere effetti collaterali: questa verità, però, non ha mai fermato nessuno dal prendere il paracetamolo per la febbre o il ketoprofene per il mal di testa! Anche, in quest’ultimo caso, con gli antinfiammatori il rischio percepito (sembrano medicinali senza alcun particolare effetto collaterale) non è commisurato a quello reale.
Finita questa premessa, vediamo cosa succede ai giorni del Covid-19, o col suo nome scientifico SARS-CoV-2. Qualche mese fa un virus animale compie un salto di specie (quello che tecnicamente si definisce spill-over) ed arriva alla ribalta dei media mondiali. Causa paura in tutti, ma con una nettissima differenza tra la comunità medico-scientifica e la popolazione: questa differenza è data principalmente dalla percezione non esatta del rischio a cui si va incontro. La popolazione, vedendo le immagini di metropoli deserte, personale sanitario scafandrato in tute da film post-apocalittico e sentendo delle quarantene imposte come misura cautelare, ha paura del potenziale letale del virus. Potenziale che esiste, certo, ma che viene percepito smisurato rispetto alla realtà. Infatti, oltre all’epidemia biologica, il virus porta con sé anche un’epidemia “psicologica” che, nel 2020, è diventata anche “mediatica”: la condivisione rapidissima di informazioni storpiate, se non addirittura false, che in passato naturalmente non si è mai verificata, ha amplificato l’aspetto psicologico andando a minare la fiducia delle persone nelle Istituzioni. Per quanto riguarda la comunità medico-scientifica, invece, la paura è quella dell’altissima contagiosità di questo Coronavirus ed è per questa ragione che è scattata la quarantena e sono state prese drastiche misure contenitive. Cosa significa? Questo particolare virus passa da una persona all’altra molto più facilmente di altri e, inoltre, porta al ricovero il 15% degli infettati. Pensiamo all’Italia, Paese che conta circa 60 milioni di persone: se queste si ammalassero tutte insieme, in 9 milioni (il 15%) si riverserebbero negli ospedali, che senz’altro non potrebbero fronteggiare un carico così elevato di contagiati! In altre parole, se le persone malate che necessitano di assistenza medica (ovvero questo 15%) ricevono le adeguate cure, guariranno quasi tutte, poiché solo per il 3% dei contagi l’esito è fatale. Tuttavia, se gli ospedali si saturassero, questo 15% di malati non potrebbe ricevere la necessaria assistenza e questo li condurrebbe inevitabilmente alla morte. Da qui la necessità di ridurre il più possibile il contatto tra le persone tenendole il più possibile a casa e facendo sanitizzare loro le mani: scaglionare il contagio in modo di mantenere libero un numero sempre sufficiente di posti letto, di avere personale medico operativo e non contagiato o in quarantena, di avere medicinali facilmente reperibili ed attrezzature funzionanti e disponibili.
Il contenimento diventa, dunque, basilare per tre ragioni:
- Il virus si può trasmettere solo a persone che non sono mai entrate in contatto con esso: chi guarisce da SARS-CoV-2 non può più essere fonte d’infezione per gli altri, anche se torna in contatto con questo Coronavirus. Per tale ragione è essenziale ostacolare una rapidissima diffusione della malattia, in modo tale che i guariti, mimetizzati e sparsi in mezzo alla popolazione, riducano le possibilità del virus di diffondersi da una persona ad un’altra. Se il virus non riuscisse più a trovare nuovi soggetti da infettare, rallenterebbe la propria diffusione fino ad arrestarsi;
- Proteggere le persone più fragili come gli anziani, che sono i soggetti più suscettibili agli effetti gravi della malattia;
- Prendere tempo, nell’attesa di sviluppare un vaccino, per poter immunizzare quante più persone possibile (immunità di gregge) rendendo, così, la contagiosità del virus inefficace.
SARS-CoV-2 fa paura alla popolazione, che adesso non vede l’ora di potersi vaccinare perché ha molta più paura della malattia che del vaccino (giustamente, ma come dovrebbe essere sempre!). Le persone, in questo caso, hanno così paura del virus da aver preso d’assalto i supermercati e le farmacie per rifornirsi di cibo, di mascherine chirurgiche e di disinfettanti/sanitizzanti per le mani. A tal proposito, tengo a sottolineare che, mentre sanitizzarsi le mani è un toccasana, portare la mascherina, se si è sani, serve a poco! Il virus viene diffuso tramite finissime goccioline che il malato nebulizza con gli starnuti, con la tosse o semplicemente parlando. La mascherina chirurgica intercetta e abbatte queste goccioline proprio nel momento in cui vengono generate; altresì, non avendo un filtro, è praticamente inutile se indossata da una persona sana. Per quanto riguarda le mascherine filtranti non proteggono gli occhi, altra via usata dal virus per infettarci, pertanto, chi decide di usarle, dovrebbe stare attento quantomeno a non toccarsi gli occhi. Quindi? Valutare bene il tipo di mascherina a vostra disposizione per usarla al meglio e non correre ad accaparrarsene necessariamente una rischiando di toglierne una a chi ne ha veramente bisogno!
In ogni caso sul sito del Ministero della Salute potete trovare sempre aggiornate le ultime notizie e dei vademecum delle cose da fare e da non fare (come questo http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_444_allegato.pdf e questo http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_443_allegato.pdf).
È giunto il momento di rispondere alla domanda iniziale: basterà SARS-CoV-2 a convincerci della bontà dei vaccini e che gli effetti collaterali di una vaccinazione (possibili e non certi!) sono molto minori della malattia da cui proteggono? Probabilmente in molti, prima impauriti dai vaccini, rivaluteranno le proprie posizioni, mentre altre persone, passata la tempesta del Coronavirus 2019 e dimenticata la paura del contagio, torneranno a temere più i vaccini e i loro effetti collaterali (sia quelli reali sia quelli inventati dai no-vax). Bisognerebbe imparare dai propri errori e sarebbe bene ricordare che non esistono patologie virali che non possano essere aggressive, arrivando anche a lasciare postumi della fase acuta. Quanto agli antivaccinisti? Gli antivaccinisti, come tutti i buoni integralisti, vivono nel tentativo di autoconvincersi dell’esattezza delle proprie teorie e, già adesso, proprio mentre scrivo, stanno provando a mettere in discussione sia il virus che i dati scientifici ottenuti finora; questi stessi movimenti no-vax sono i corresponsabili del prepotente ritorno di malattie molto rischiose. In un Paese come l’Italia, in cui in pochissimi sentono ogni anno la necessità di vaccinarsi per l’influenza stagionale, solo adesso (finalmente!) viene invocato a gran voce un vaccino. È a questo punto che vorrei ricordare come il vaccino per il SARS-CoV-2, così come tutti i vaccini, sarà messo a punto anche grazie all’aiuto che potranno darci gli animali da laboratorio. Ricordatelo. Ricordatelo bene quando vi inviteranno a sostenere qualche campagna contro la “vivisezione”: allora sarebbe bello sentire lo stesso silenzio che si sente adesso dalle associazioni animaliste, le quali non hanno speso una parola per difendere quegli animali che ci permetteranno di mettere fine all’attuale emergenza sanitaria. Probabilmente, per i fini propagandistici di tali associazioni, non conviene battersi per quegli animali che potranno salvare tutti noi e non solo una piccola fetta di malati!
Credo che oggi, più che mai, sia importante chiarire che, per proteggerci dai virus, l’unica arma a nostra disposizione sono i vaccini e dare fiducia alla scienza. Un’importante campagna vaccinale (appena possibile) sarà lo strumento più importante per poter debellare un’infezione che, allo stato attuale, potrebbe prolungarsi anche per svariati mesi. Nell’attesa, è importante attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie ricordandosi che le informazioni “spaventose”, quelle più “attraenti” per la nostra psiche, non sono necessariamente le più probabili o rischiose.
Lo studio, la scienza e la conoscenza sono il mezzo che abbiamo per combattere l’ignoranza che genera la paura: la stessa paura causa dell’incoerenza nel criticare quelle pratiche mediche che hanno permesso al genere umano di debellare o contenere malattie altamente invalidanti, quando non letali. Nonostante tutto, credo e spero che, appena disponibile, gli stessi no-vax e anti-vivisettori andranno in farmacia, anche in incognito, ad acquistarsi il vaccino!