Pro-Test Italia su Milleproroghe. “Così l’Italia si gioca i bandi di ricerca europei”

Milano, 17 gennaio 2020
Alla c.a.
On. Giuseppe Brescia
Presidente Commissione Affari Costituzionali
Camera dei Deputati
On. Claudio Borghi
Presidente Commissione di Bilancio
Camera dei Deputati
Oggetto – Nota relativa alla proroga della sperimentazione in vivo per sostanze d’abuso e xenotrapianti nell’ambito dell’esame dell’A.C. 2325 “Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”
Pro-test italia è un’associazione che si occupa di difendere la ricerca italiana in vivo, di insegnare alle persone a esercitare lo spirito critico e di avvicinarle alla scienza e al metodo scientifico. Vista l’importanza della tematica, ci permettiamo di trasmettervi le nostre note in merito al A.C. 2325 “Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”, rispetto alla quale vorremmo significarVi il nostro punto di vista per quanto riguarda la proroga del divieto di sostanze d’abuso e xenotrapianti.
Premessa: nel decreto Milleproroghe è stata inserita la proroga di solo un anno del divieto della sperimentazione in vivo di sostanze d’abuso e xenotrapianti (art.5, comma 2, lettera d). Questo divieto pregiudica ai ricercatori italiani la possibilità di accedere a bandi e finanziamenti europei pluriennali: la mancanza di garanzie che un progetto possa concludersi per motivi legislativi – siccome in un anno potrebbe partire il divieto – è infatti fonte di esclusione in partenza. La ricerca italiana non potrà di conseguenza utilizzare risorse che l’Italia comunque versa all’UE come contributo nazionale ai progetti di ricerca europei, inoltre bloccherebbe in maniera ingiustificata rami importanti della ricerca, costringendo istituti e ricercatori che si occupano di queste linee di ricerca a trasferirsi all’estero.
La sperimentazione animale nell’Unione Europea si basa sulla Direttiva 2010/6310, una direttiva all’avanguardia ottenuta dalla mediazione tra industria, accademia e associazioni animaliste. La direttiva 2010/63 si basa su due principi cardine, uno è l’armonizzazione degli Stati Membri (art. 2) e l’altro è il principio delle 3 R (Replacement, Reduction, Refinement).
Con Replacement si intende la “sostituzione” degli animali impiegati nella sperimentazione con metodiche alternative oppure, ove non fosse possibile, l’impiego di animali con il più basso grado di sviluppo neurologico; con Reduction si intende la “riduzione” del numero di animali alla quantità minima necessaria per ottenere dati scientificamente attendibili; Con Refinement si intende il “perfezionamento”, ovvero il raffinamento di procedure che consentano di ridurre al minimo sofferenza e stress per gli animali utilizzati a fini sperimentali. Il principio delle 3 R era stato formulato dai ricercatori e scienziati William Russell e Rex Burch nel volume “The Principles of Human Experimental Technique” (1959), ancora prima che fiorisse il movimento antispecista dei diritti degli animali fondato da Peter Singer con il saggio filosofico sulla “Liberazione Animale” (1975), che ha ispirato i movimenti animalisti odierni.
In Italia la direttiva è stata recepita in ritardo e male, in maniera estremamente restrittiva e in maniera arbitraria nel decreto legislativo 26/2014, che comprende, tra le varie cose il divieto delle sostanze d’abuso e xenotrapianti. Tale decreto in generale pone i ricercatori italiani in una situazione di svantaggio rispetto agli altri Paesi europei contravvenendo al principio di armonizzazione degli Stati Membri e all’obiettivo di rispettare i termini della direttiva stessa. Per questa violazione, della quale la LAV – Lega Anti Vivisezione – si fregia come risultato delle proprie capacità lobbistiche (“grazie a un lavoro tattico e di forza parlamentare, a una paziente e difficile tela che siamo riusciti a tessere”), l’Italia rischia una procedura di infrazione ed è stata già messa in mora da Bruxelles. Si stima che le multe che presto l’Italia sarà costretta a pagare nei confronti dell’UE, a causa di questo errato recepimento, si attesteranno attorno ai 150 mila euro al giorno. L’applicazione errata è dovuta anche ai divieti imposti dal Parlamento alla ricerca su sostanze d’abuso e xenotrapianti per i quali è stata proposta la proroga di solo un anno. Divieti in moratoria (art. 42 del d.lvo 26/2014) sui quali il Governo si troverà a scegliere, più o meno esplicitamente, se rendere esecutivi una volta scaduta la moratoria.
Con la presente nota vorremmo sottolineare che:
Le campagne delle associazioni animaliste sulla sperimentazione delle sostanze d’abuso e xenotrapianti giocano su slogan semplicistici e riduttivi (http://bit.ly/LavSostanzedAbuso, http://bit.ly/LAVAlcol2), con topi che fumano e beagle che bevono alcool, si tratta di disinformazione: sostanze d’abuso è un termine cappello che racchiude varie sostanze farmacologiche, secondo la definizione dell’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali, ente coinvolto nella valutazione dei medicinali). Si tratta di quelle sostanze in grado di indurre una sindrome da dipendenza le cui caratteristiche rientrano nella “International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems”, revisione 10 (ICD-10), ma più in generale, secondo la definizione della FDA, si intendono sostanze in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, ovvero farmaci che possono raggiungere il cervello.
Tra le sostanze d’abuso rientrano medicinali estremamente importanti in vari protocolli terapeutici persino per gli animali stessi, a titolo esplicativo elencheremo alcuni farmaci appartenenti a questo gruppo di sostanze, che vengono impiegati anche in medicina veterinaria: nella terapia del dolore (e quindi anche nell’ottica del Refinement precedentemente descritto) vengono utilizzati per esempio derivati oppiacei come morfina, buprenorfina, metadone, fentanyl. Ci sono allucinogeni che vengono impiegati in protocolli anestetici (per esempio ketamina), benzodiazepine che per esempio vengono impiegati in protocolli di emergenza durante stati epilettici (es. diazepam) e barbiturici che vengono impiegati nella terapia dell’epilessia (es. Fenobarbital).
Per quanto riguarda gli xenotrapianti, con questo termine si intendono i trapianti di organi di specie diverse da quella del ricevente. Esistono situazioni terapeutiche in cui si ricorre già agli xenotrapianti, per esempio il trapianto delle valvole cardiache di suino nell’uomo. Esistono poi situazioni promettenti come il trapianto di rene di suino, sono già stati ottenuti importanti successi in primati non umani. Il trapianto d’organo rappresenta un importante successo della medicina moderna, e si tratta di una terapia salvavita per molti pazienti con insufficienza cardiaca, epatica, o respiratoria terminale, e, nel caso di pazienti con insufficienza renale terminale. Purtroppo attualmente le sue applicazioni sono limitate a causa dell’insufficiente disponibilità di organi rispetto alle richieste. Inoltre, aspetti immunologici legati a forme di rigetto riducono il successo degli interventi, le aspettative e la qualità della vita dei pazienti. In questo contesto, il ricorso agli xenotrapianti salverebbe numerose vite umane.
Alla luce di questi aspetti, secondo il parere della comunità scientifica, contro la banalizzazione della tematica e per salvaguardare la ricerca italiana,
Si chiede:
Che la moratoria venga prolungata di almeno due anni (come nella proposta inizialmente depositata) nella speranza che l’Italia nel frattempo legiferi in materia adeguandosi alla Direttiva europea.
Vi ringraziamo per la Vostra disponibilità e per la possibilità che ci è stata concessa.
Cordiali saluti
Dr. Dario Padovan,
Biologo, Presidente di Pro-Test Italia
Dr. Giulia Corsini,
Medico veterinario, consulente di Pro-Test Italia