L’amara verità dietro i disegni di legge tutela animali

L’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia del Senato sta discutendo dei disegni di legge sulla “Tutela Animali”, e , con apprezzabile lungimiranza, sono stati convocati in audizione non solo i rappresentanti delle associazioni animaliste ma anche chi con gli animali ci lavora, permettendo così un’analisi più realistica della situazione.

Per conto di Pro-Test Italia e del Patto Trasversale per la Scienza si è presentata la dottoressa Giulia Corsini, medico veterinario e consigliere del Patto Trasversale per la Scienza, evidenziando le criticità presenti nelle proposte dei Senatori.

Oltre alle numerose tasse mascherate che vanno a colpire settori produttivi importanti per il sistema Paese la dott.ssa Corsini ha osservato la riduzioni delle tutele per chi lavora con gli animali, concentrandosi sulla ricerca scientifica in vivo.

L’abrogazione dell’articolo 19-ter proposta dalla senatrice Cirinnà (PD) e dal Senatore Perilli (M5S), comporterebbe la perseguibilità di tutte le realtà che lavorano con gli animali: si tratta del riferimento alle leggi speciali che disciplinano i vari settori, dall’allevamento alla sperimentazione. La mancanza di un riferimento alle leggi speciali rendebbe vulnerabile alle interpretazioni normative chi lavora con gli animali. Al punto che potrebbe rendere perseguibile penalmente il sacrificare un topo a fini sperimentali o per una derattizzazione. Sarebbero potenzialmente a rischio persino le attività di produzione  della carne. L’abrogazione favorirebbe per lo più le associazioni animaliste che, ai sensi dell’articolo 91 del codice di Procedura Penale, possono costituirsi parte civile ai processi per richiedere risarcimenti. Risarcimenti che, con l’aggravio delle pene previste dalla legge, sarebbero molto lauti.

Va inoltre sottolineato come il “divieto di attribuzione della custodia di animali sequestrati a soggetti sottoposti ad indagine” e “il sequestro degli strumenti impiegati per compiere il reato ravvisato anche in corso di indagini” proposti da Sbrana (Lega) e Perilli (M5S), nonché la “cessione definitiva al primo appello degli animali sequestrati” proposta da Cirinnà (PD) , o “il divieto di attribuzione della custodia giudiziaria degli animali ai soggetti sottoposti a indagini o imputati nei procedimenti che hanno dato luogo al sequestro giudiziario, o a procedimenti comunque connessi con il maltrattamento di animali” proposto dalla Senatrice De Petris (LeU) comporterebbe il gettare al vento anni di ricerche, fermando i laboratori, bloccando le università e i centri di ricerca, per una condanna di primo grado o solo un’inchiesta.
Si tratta di una proposta molto grave, soprattutto nella considerazione che diversi esposti promossi dalle realtà animaliste si sono rivelati pretestuosi e hanno la finalità ultima di mettere in crisi le realtà  che lavorano con gli animali, per esempio un laboratorio che fa sperimentazione animale.

In questo momento (senza abrogazione della legge speciale art.19-ter) la percentuale di effettive condanne per reati sugli animali è molto bassa: in altre parole molti laboratori e ricerche verrebbero bloccati senza neppure una condanna definitiva.

Infatti, la percentuale di condanne relative all’articolo 544 del Codice Penale è inferiore al 5% (considerando il rapporto Zoomafie della LAV dall’anno 2004 al 2018 e i dati del Casellario del Ministero di Giustizia). Da considerare anche che il restante 95% dei casi contribuiscono ad incrementare il lavoro delle procure e dei tribunali, già oltremodo oberati. La sola LAV “vanta” sul proprio sito istituzionale, di condurre in media più di 500 azioni legali/anno (che, da statistiche, porteranno a più di 475 assoluzioni).

Ai Senatori è stato anche fatto notare che per effetto della Legge 189/04 la vigilanza sulla protezione degli animali è affidata anche alle guardie particolari giurate delle associazioni animaliste e che i proventi derivanti dalle sanzioni spesso vanno a finire in fondi dedicati alla tutela degli animali. Fondi dai quali si attinge per i bandi rivolti alle associazioni animaliste stesse. Inoltre, gli animali oggetto di provvedimenti di sequestro o di confisca sono affidati alle medesime associazioni animaliste (Art. 19-quater).
La dott.ssa Corsini ha sottolineato come questo potrebbe rappresentare un conflitto di interessi.

Nel disegno di legge proposto dalla Senatrice Cirinnà (PD) ricompare la proposta ricorrente di un “contributo per la gestione degli animali sequestrati e confiscati” a carico di “allevatori, inclusi coloro i quali allevano animali per la macellazione, per la riproduzione, per il consumo domestico privato, per la vendita, diretta o mediata, di animali vivi, nonché per la fornitura alla sperimentazione“.
In sostanza, si propone una tassa da pagare da parte delle realtà produttive che lavorano con gli animali rendendole ancora meno competitive nel mercato globale, creando una ulteriore disparità in termini economici dell’Italia rispetto agli altri Paesi Europei.

Nell’interesse reale della tutela degli animali, la dott.ssa Corsini ha auspicato che le realtà che si prefiggono di tutelare gli animali siano maggiormente normate e rendano più trasparenti i bilanci. E che, inoltre, sia revocata la possibilità di accedere ai fondi previsti dalla 189/04 e articolo 91 del codice di Procedura Penale, precedentemente discussi, per quelle associazioni che, a fronte di campagne di disinformazione  e diffamatorie nei confronti dei ricercatori, e del danneggiamento delle realtà che lavorano con gli animali, non si occupino più di perseguire la finalità sociale.

Allegati:

[1] 🗎 Memoriale Audizione disegni di legge nn.76 e connessi

 

 

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