Quei barbari dei vivisettori

Avete mai fatto caso a tutti quegli attivisti che parlano dei ricercatori in chiave negativa, accusandoli di essere assassini di animali, a volte in maniera molto aggressiva? Certo il dilemma etico non è da poco e il dibattito è incandescente. Cerchiamo allora di capire insieme come stanno le cose. Anzitutto, qualche definizione. la parola “vivisezione”, ovvero dissezione su animali vivi, non è impiegata più in ambito scientifico perché rappresenta l’uso di pratiche invasive senza anestesia e di un metodo di studio proibito dalla legge. Per definire i loro esperimenti, gli scienziati ad oggi preferiscono il termine “sperimentazione animale”, con cui invece si intende in senso ampio l’impiego di animali in ricerca e che non prevede per forza procedure invasive. \u2028La differenza fondamentale però è che la seconda è strettamente normata dalla legge e in particolare in Europa dalla Direttiva 2010/63, ritenuta rivoluzionaria ed accolta con grande entusiasmo dalla comunità scientifica perché pone al centro il benessere dell’animale da laboratorio ed è imperniata sulla regola delle 3R:

1) Reduction: si deve usare il numero di animali minore possibile durante una sperimentazione.

2) Refinement: bisogna usare tutte le tecniche più innovative a disposizione per rendere migliore la vita degli animali e l’esperimento.

3) Replacement: ogni volta che è possibile, è necessario usare i metodi alternativi, cioè tutti quei metodi che non prevedono l’utilizzo di animali.

Quindi una legge che ha tra le sue stesse finalità la sostituzione della sperimentazione animale non appena sarà scientificamente possibile e che, tra l’altro, obbliga all’uso dell’anestesia e alla modernizzazione delle tecniche per la gestione degli animali. Questo ha anche un’altra implicazione: a livello europeo sempre più ricercatori stanno partecipando ai cosiddetti corsi FELASA, tenuti dalla Federation for Laboratory Animal Science Associations, che sono dei serissimi corsi di formazione incentrati proprio sul benessere animale. Un bel passo avanti rispetto alla vivisezione! Tra l’altro uno si immagina che gli animali vengano usati per le cose più strane, ma questa legge norma anche gli ambiti in cui gli animali possono venire utilizzati:

  • Formazione universitaria, ma solo per l’Alta Scuola di Medicina o Veterinaria… del resto voi portereste il vostro cane da un veterinario che non ha mai curato un animale?
  • Ricerca di base, cioè quella ricerca che mira ad ampliare la nostra conoscenza su un fenomeno e che sul lungo periodo porta a risultati che potranno essere usati nella ricerca applicata.
  • Ricerca traslazionale e applicata, quella che prende i risultati della ricerca di base e li traduce in terapie e tecnologie applicabili per il miglioramento della vita dell’uomo, come ad esempio i farmaci.
  • Protezione dell’ambiente naturale e della biodiversità, ad esempio vengono utilizzati i mitili per monitorare l’inquinamento delle acque.
  • Ricerca su prodotti alimentari e mangimi… anche qui, dareste da mangiare al vostro cane o alla vostra famiglia cibo che non sappiate essere sicuro?

Va bene, abbiamo capito per cosa viene usata. Ma esattamente quanti sono questi animali che sacrifichiamo?

In Italia nel 2009  ne sono stati utilizzati 830.453, che sembra un numero enorme preso così, ma basta pensare che ogni anno per il consumo alimentare vengono macellati 606 milioni di animali per rendersi conto che forse così grande non è, soprattutto considerando che si può vivere tranquillamente senza mangiare carne ed anzi molti lo fanno… ma se hai una malattia non è scontato che tu sopravviva senza farmaci!

Di che animali si tratta?

Anche se nell’immaginario popolare sono tutti scimmie e cani, in realtà ben il 92,45% del totale è composto da topi e ratti, cioè quegli animali per cui facciamo le derattizzazioni in ogni nostra città.

Le scimmie rappresentano invece lo 0,06%, i cani lo 0,07% ed i gatti addirittura lo 0%. Questo proprio nell’ottica del refinement: ogni volta che è possibile si cerca di utilizzare l’animale che ha il minore sviluppo neurologico disponibile, di modo da creare meno dolore.

Certo tutto questo non rende meno caldo il problema etico posto dall’utilizzo di altri esseri viventi per i nostri scopi, ovviamente nessuno di noi in un’altra vita vorrebbe nascere ratto da laboratorio, ma in definitiva si può dire che la sperimentazione animale sia molto diversa da come appare cercando informazioni su Internet o per come viene dipinta dagli antivivisezionisti e che la legge attuale sia una buona sintesi tra le necessità della scienza e la doverosa tutela degli animali e del loro benessere.

Se poi usare gli animali sia giusto o meno è un dilemma a cui ognuno di noi, sulla base di dati corretti, deve rispondere da sé. Di certo rimane che dobbiamo ringraziare questi animali per il loro sacrificio, perché è solo grazie a loro se la medicina ha fatto gli enormi passi avanti che vediamo oggi rispetto al passato e sarà grazie a loro se avremo nuovi miracoli della scienza in futuro.

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