LAV, dove sono finiti i cuccioli di Green Hill?

Nell’ultima udienza la difesa ha presentato al giudice un’interessante rapporto che analizza i dati di Lav e Legambiente, in quanto custodi giudiziari, sullo stato dei beagle sequestrati.Numeri che destano non poche perplessità e che necessitano risposte, mancano molti cuccioli all’appello. Lo studio parte dal dato più certo: il numero di cani sequestrati confrontato con il numero di esemplari ora in custodia (Figura 1)

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La difesa fa un lavoro meticoloso. Depenna dagli elenchi ufficiali redatti da Lav e Legambiente gli errori più grossolani, come i doppioni e i beagle presenti nell’elenco n.3 dei deceduti, anch’esso redatto dai custodi giudiziari, cani che erano ancora erroneamente presenti nell’elenco n.1 dei cani vivi.

Risulta una differenza di 144 Beagle sotto custodia che non erano presenti nel giorno del sequestro della struttura. Cosa normale: sono i nuovi nati. Se togliamo da questo numero i cuccioli venuti al mondo dà accoppiamenti successivi all’affido, facilmente calcolati dalle date di nascita registrate in anagrafe canina, otteniamo 128 cuccioli nati dalle cagne gravide al momento del sequestro. (Figura 2)

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Per la difesa il numero è troppo basso, visto che le fattrici gravide al momento del sequestro erano 93, in media almeno 85 avrebbero dovuto portare a termine la gravidanza. (Figura 3)

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 Come è possibile che 85 fattrici partoriscano solo 128 cuccioli? Con la media di un cucciolo e mezzo a fattrice? Quando a Green Hill la media di cuccioli che arrivava a 6 mesi era di 4,8 a cucciolata? (Figura 4)

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La media di cuccioli che nascono da una fattrice a Green secondo la documentazione è 6. Considerando i dati di Lav e Legambiente dovremmo dedurre che la mortalità ai sei mesi sia quasi quadruplicata dopo il sequestro. (Figura 5)

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Consideriamo la Lav un’associazione troppo seria per solo ipotizzare che così tanti cuccioli siano morti, o per pensare che li abbia venduti visto che hanno un valore di circa 1000€ l’uno.  E’ evidente che ci sono errori grossolani nella compilazione dei registri, che tra l’altro sono negli atti del processo.

Chiediamo quindi ai custodi giudiziari un po’ di chiarezza sui numeri, perché sapere dove sono finiti i cuccioli che mancano dovrebbe essere prima di tutto interesse loro, in quanto associazioni che tutelano il benessere degli animali.

Soprattutto quando, cercando in rete, escono fuori cose come questa (Figura 6) e questa (Figura7), che speriamo siano scherzi di pessimo gusto, ma che sottolineano l’importanza di avere dati più chiari e trasparenti.

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#BastaBugieSuGreenHill

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