Sconcerto tra gli animalisti: il furto aggravato è ancora un reato.

Quando in un tribunale c’è un’udienza che riguarda direttamente o indirettamente l’animalismo te ne accorgi prima di entrare. Sit-In davanti al tribunale e folla nutrita di pubblico militante che vuole assistere in aula. E’ stato così per il processo contro Green Hill e non poteva essere diverso per il contenzioso opposto, in cui la parte degli imputati è toccata ai 13 animalisti che in data 28 Aprile 2012, danneggiando il recinto, sono penetrati nella proprietà Green Hill portandosi via alcuni cani ivi allevati.
Leggendo le memorie e ascoltando le arringhe degli avvocati degli imputati prima della sentenza colpisce la strategia difensiva adottata, che non è quella di negare l’evidenza, ovvero di non aver commesso il reato, ma bensì di attaccare il reato stesso, depotenziandolo in vari modi per farlo interpretare come inesistente. Giuridicamente parlando chiedendo l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Di seguito vi sintetizzerò queste fantasiose linee difensive adottate.
“Gli animali sono senzienti e non sono beni mobili, il furto aggravato riguarda solo i beni mobili, quindi il reato non sussiste”
La prima tesi proposta è “tana libera tutti”. Ovvero depenalizziamo completamente il furto di animali. Sì, sarebbe una sottrazione illecita, ma nel furto si parla di oggetti e non di esseri senzienti, e siccome la legislazione fin qui ha considerato gli animali come oggetti e siccome tu, caro giudice, sei così illuminato da fare un salto interpretativo coraggioso considerando gli animali qualcosa di diverso di un mero bene mobile, semplicemente la legge sul furto non si può applicare perché servirebbe una legge dedicata alla sottrazione di animali che allo stato attuale delle cose non esiste. Mancando il reato, gli imputati devono essere assolti e da domani legittimiamo qualsiasi sottrazione di animali altrui in Italia finché il legislatore (speriamo in fretta) non produca la legge specifica.
“È stata autodifesa: la sottrazione dei beagle ha impedito il loro maltrattamento futuro e l’azione di impedire un reato non può essere considerata se stessa un reato”
L’autodifesa altrui per un reato presunto è di per sé una comica: secondo la difesa, gli attivisti erano convinti che lì dentro si stessero maltrattando i beagle. Ma perché dovrebbero aver avuto questa convinzione? In data 28 Aprile 2012 a carico di Green Hill non c’era nessuna condanna, anzi risultava archiviato da un giudice un procedimento a loro carico ritenuto evidentemente pretestuoso.
Green Hill era l’azienda più controllata d’Italia e nessuna ispezione delle Asl, del Ministero della Sanità e di altri organi di controllo aveva portato alla luce irregolarità. Alla data dei fatti solo un video di Striscia la Notizia era a disposizione dell’opinione pubblica, l’inviato non riuscì ad accedere alla struttura e ottenne solo una ventina di secondi di immagini del suo interno in cui non si riscontrava nulla di irregolare. Che venissero maltrattati i cani era dunque all’epoca una personalissima opinione degli imputati non provata. Solo parecchio più tardi è arrivata una condanna in primo grado a Green Hill, che come Pro-Test Italia abbiamo più volte criticato e che reputiamo sarà ribaltata in appello. Non sta in piedi neanche il principio dell’autodifesa quando a presidio di Green Hill durante la manifestazione che ha favorito il blitz c’erano decine di agenti delle forze dell’ordine. Come si fa ad appellarsi all’autodifesa se sono presenti le autorità che tra l’altro stanno contrastando il tuo tentativo di reato?
“La Polizia è stata acquiescente e ha lasciato fare per parecchio tempo, dando l’impressione agli imputati della liceità delle loro azioni”
Insomma, io pensavo veramente che spaccare un recinto, entrare in una proprietà privata prendere un beagle del valore medio di 1000€ e portarlo fuori fosse legale. Sfugge forse che la polizia ha innanzitutto una funzione di Pubblica Sicurezza e solo successivamente di prevenzione dei reati e in situazioni a rischio potrebbero aver bisogno un po’ di tempo per organizzarsi, magari per prevenire altri accessi illegali e solo dopo occuparsi degli invasori o per qualsiasi altro motivo. Il fatto poi che le stesse Forze di Polizia hanno denunciato alcuni invasori per resistenza a pubblico ufficiale (anche se prosciolti) e che hanno testimoniato nel processo di aver ricevuto lesioni stride un po’ su questa fiducia incondizionata degli attivisti sulle indicazioni non dette ma fatte percepire di via libera implicito.
Ora è partito il solito putiferio in rete con lo slogan “Attivismo non è Terrorismo”, opinabile, a volte sì e a volte no. In questo caso può darsi non sia terrorismo ma è certo che si tratti di furto aggravato e infatti per questo 12 dei 13 condannati. C’è sempre questa propensione degli animalisti a volere la botte piena e la moglie ubriaca: utilizzare metodi illegali per portare avanti le proprie battaglie sicuramente attira l’attenzione dei media e ti dà molta visibilità, però bisogna subire anche le conseguenze, ovvero le sanzioni penali collegate. Troppo facile ottenere i benefici e lamentarsi dei costi.
Anche in questo caso poi emerge la contraddizione principale delle associazioni animaliste. Siamo ormai abituati a non leggere prese di distanza dalle associazioni più istituzionali, ma qui addirittura pare che due imputate erano socie LAV, e che hanno avuto le spese legali pagate dall’associazione.Saremo all’antica, ma difendere con comunicati e pagando le spese a imputati per furto e danneggiamento fa sorgere il dubbio di un appoggio da parte della LAV a metodi illegali per il perseguimento dei propri fini associativi. Per completezza è giusto ricordare che proprio nel 2012, anche grazie all’enorme esposizione mediatica ricevuta per il caso Green Hill, il suo bilancio attivo è passato da 4,7 milioni di euro (2012) a 8,2 milioni di euro (2013).
Non potevano ovviamente mancare i fiancheggiatori mediatici, che sono poi i principali responsabili di questa follia collettiva che colpevolizza un’azienda senza mai aver letto le carte. Parliamo di Edoardo Stoppa e di Striscia La Notizia che pare abbiano intenzione di tornare alla carica sulla questione Green Hill. Presto in TV un’altra ondata di demagogia, animaletti pucciosi e mistificazioni.