Green Hill: sotto processo non è un’azienda ma la sperimentazione animale
C’è stata una forzatura che ha secondo noi innescato questo passaggio: il giudice ha accolto la chiave di lettura del Pubblico Ministero per cui, pur essendoci una legge speciale che regola l’utilizzo e la gestione di animali da laboratorio, questa legge non è da considerare.
I dirigenti di Green Hill sono stati infatti condannati per maltrattamento e uccisione di animali con la legge comunemente utilizzata con gli animali da affezione, unica scappatoia possibile in quanto non avevano violata la normativa di settore. Secondo la legge questo non sarebbe possibile, come ha spiegato bene l’avvocato difensore di Green Hill nella sua memoria difensiva:
Ovviamente questa esclusione di competenza del reato di maltrattamento o dell’uccisione di animali ha una logica stringente. Non è possibile condannare un macello per l’uccisione di maiali, i macelli esistono per quello. Ma se entrassero nelle competenze del reato 544bis sull’uccisione degli animali, produrre braciole sarebbe reato. Per questo tutte le attività di gestione degli animali a fini commerciali o scientifici sono stati esplicitamente esclusi dalla normativa inerente il maltrattamento e l’uccisione di animali.
Nelle motivazioni, come si è giustificato il giudice per aver utilizzato il 544bis e ter del codice penale anziché la legge speciale sugli animali per scopi scientifici?
Asserendo che l’esclusione del 544bis e ter (uccisione e maltrattamento animali) trova applicazione esclusivamente per le attività svolte nel rispetto delle normative speciali che espressamente le disciplinano e non per “altro”.
Ci può stare, ma quindi vediamo i capi d’imputazione presentati dall’accusa (che non sono stati presi tutti in considerazione dal giudice) per capire se è effettivamente sono da considerarsi “altro” rispetto alla normale gestione di un allevamento o rispetto quello che è previsto nella norma speciale dedicata.
A) temperatura troppo alta in estate
B) assordante e continuo frastuono provocato dall’abbaiare dei cani stessi
C) presenza costante e quasi esclusiva di luce artificiale
D) assenza di adeguati spazi per l’isolamento del singolo cane
E) mancanza di aree di sgambamento
F) vivere in ambienti ristretti sempre uguali
G) numeri di parti eccessivi
H) separazione cuccioli e madri troppo precoce, segatura nei box a rischio ingerimento
I) mancanza di pre-anestesia
J) cure carenti per problemi di dermatiti
K) gabbie sporche, identificazione a tatuaggio anziché a microchip, tagliamento eccessivo delle unghie non necessario, fino farle sanguinare
Sono state inoltre contestate alcune eutanasie effettuate nell’allevamento.
La legge speciale sulla gestione degli animali da laboratorio in vigore all’epoca dell’ispezione era il D.lgs. 116/1992 che per quanto riguarda l’allevamento propone un articolo generale, dettagliato poi negli allegati e che tocca tutti gli argomenti citati nei capi d’accusa, tranne forse l’ultimo, quello del tagliamento eccessivo delle unghie. Punto, comunque, tra quelli non presi in considerazione dal giudice, perché non corrispondenti alla realtà.
Nei prossimi giorni analizzeremo nello specifico, punto per punto, i capi d’accusa per i quali il giudice ha ritenuto di condannare Green Hill; rimane comunque incomprensibile l’utilizzo del codice penale e non della legge speciale visto che tutti i capi d’accusa rientrato in quest’ultimo ambito.
Non si capisce come si possa prendere in considerazione seriamente come maltrattamento l’abbaiare degli altri cani all’interno dei capannoni, come il giudice ha fatto: qualsiasi allevamento di cani nel mondo sarebbe allora irregolare ed è palese che “il frastuono” è presente solo quando entra un estraneo o un operatore e che i cani non abbaiano H24.
Sconcerta anche la problematica presa in considerazione sul ciclo dei parti delle fattrici. Anche i testi dell’accusa avevano reputato più che sufficiente l’intervallo di 8 mesi tra un parto e l’altro (intervallo che è quello naturale della specie, regolato dalle normali oscillazioni ormonali tipiche dell’animale) come avviene normalmente in natura (dove ad ogni calore corrisponde un accoppiamento) e come avviene nella maggioranza degli allevamenti del mondo.
Non si capisce pertanto come un giudice possa fare considerazioni del genere:
Ci chiediamo quindi se è la Sperimentazione Animale a essere processata, perché queste procedure sono così in tutto il mondo, e sono considerate sicure e accettabili. Cosa deve fare un allevamento di qualsiasi animale a scopo commerciale? Usare una fattrice solo per un paio di parti? Fallirebbe.
La discrezionalità del diritto va a braccetto con la ragionevolezza. Ci auguriamo che con una corte giudicante collegiale di più magistrati ci sarà più buon senso.