Processo Green Hill – L’ispezione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
Come abbiamo già detto, l’allevamento di Green Hill ha ricevuto numerosissime ispezioni negli ultimi anni (circa una settantina) e, a parte l’ultima, eseguita dal NIRDA con la consulenza di alcuni veterinari con nessuna esperienza della normativa sugli animali da esperimento ma con qualche presenza documentata alle manifestazioni contro Green Hill, tutte le ispezioni avevano testimoniato la corretta gestione dell’allevamento. Addirittura una ispezione eseguita nel 2010 direttamente dal Ministero della Salute in seguito ad un’interrogazione parlamentare ha dato come esito:
“Non sono state riscontrate irregolarità tali da far supporre una cattiva gestione o situazioni riconducibili a maltrattamenti”
Frase abbastanza perentoria e decisamente non fraintendibile.
Ciononostante sono continuate le ispezioni (che nulla hanno trovato) e, alla fine, visto che evidentemente l’opinione di Ministero, ASL e NAS non era sufficiente, è stato incaricato di un’ispezione uno dei maggiori organi veterinari nazionali, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che ha fatto eseguire da tre suoi esperti un’ispezione a sorpresa in data 23 gennaio 2012 e che ha analizzato anche tutta la documentazione presente in procura alla data in oggetto. L’ispezione è stata eseguita, leggiamo sulla relazione finale, con l’
attività di tre gruppi di lavoro con veterinari e l’ingegnere di IZSLER, coadiuvati dal personale della DIGOS
L’ispezione è durata ben 7 ore e sono state eseguite le seguenti analisi
- Un gruppo si è occupato della verifica delle applicazioni della normativa e delle procedure di lavoro in essere presso l’azienda.
- Un gruppo si è occupato delle misurazioni ambientali, degli spazi dei box, della temperatura, presente nei diversi capannoni, dell’eventuale livello di ammoniaca o altri gas in azienda.
- Un gruppo ha provveduto alla pesatura di 100 soggetti dai 60 giorni di vita all’età adulta per verificare l’andamento di crescita dei cani allevati
Gli animali sono stati ispezionati da tutti i tre gruppi, con un gruppo che ha analizzato in maniera dettagliata lo
stato generale di salute (forma fisica, comportamento, funzioni organiche generali, lesioni e patologie macroscopiche)
E quali sono state le condizioni di salute registrate dall’ispezione?
Gli esperti rilevavano che
gli animali si presentano in buone condizioni, pelo lucido e stato di ingrassamento regolare, non presentano lesioni da automutilazione o cannibalismo. Non sono stati osservati casi di malnutrizione o sospettata tale possibilità, tutti i soggetti sono in buono stato di salute, comprese le femmine in gravidanza e in lattazione con i loro cuccioli. Non sono state osservate lesioni riferibili a maltrattamenti o a trattamenti non consentiti.
riguardo al comportamento la relazione dell’IZSLER riporta che
Il comportamento dei cani cuccioli e adulti è estremamente socievole, interessato al contatto umano e i cani privi di paura indotta dal contatto con l’uomo. Nelle femmine in gravidanza o in allattamento si sono osservati alcuni casi di riluttanza delle femmine ad avvicinarsi agli estranei e all’uomo in generale. Tale situazione, compatibile con lo stato fisiologico delle madri, è presente in 3-4 femmine in totale ed è ben nota agli incaricati dell’allevamento che ne segnalano il comportamento sulla scheda esterna al box in modo che l’approccio con questi animali sia coerente con il loro carattere
Sugli spazi e sulle condizioni ambientali, dopo curata misurazione e raffronto con quanto previsto dalla normativa di riferimento (il DL 116/92, che si occupa specificamente degli animali utilizzati a fini sperimentali) la relazione riporta che
non si rileva carenza di spazi per gli animali
Come detto, l’ispezione esegue anche la pesatura di una quota statisticamente significativa di animali e ne analizza le curve di crescita che è servita per valutare la correttezza degli spazi disponibili (che come abbiamo già detto, la normativa prevede che sia riferita al peso degli animali e non al loro numero).
Le conclusioni sono le seguenti:
L’ispezione in azienda ha messo in evidenza da parte della proprietà capacità gestionali, di allevamento e professionali di buon livello sia dal punto di vista organizzativo e direttivo che dai punti di vista tecnico, veterinario e di gestione dei cani. I cani vengono allevati con cura dalla nascita alla vendita, o alla successiva attività di riproduzione, mettendo in pratica sia criteri di allevamento zootecnico che di allevamento per scopi di animali sperimentali, facendo attenzione ad allevare gli animali nel modo più simile per ambienti e manipolazione, a quello che troveranno negli ambiti di sperimentazione al quale sono destinati.
La relazione chiude affermando in maniera perentoria che
dai rilievi effettuati e dalla documentazione esaminata non emergono situazioni di maltrattamento o situazioni aziendali che siano causa di rischio di maltrattamento degli animali
Ci chiediamo, dopo aver letto questa relazione, come è possibile che dopo solo 6 mesi da questa dettagliata ispezione (e dalle altre 66 eseguite nel periodo precedente) un’ispezione eseguita dal NIRDA (che aveva tra i propri consulenti un veterinario che era stato presente alle manifestazioni contro Green Hill) eseguita in seguito ad un esposto presentato dalla difesa di un’attivista attualmente sotto processo per effrazione e danneggiamenti (avente come consulente un veterinario che risulta essere socio onorario della LAV e che poi stato anche nominato consulente dal PM) abbia trovato una situazione tale da causare il sequestro di tutti i cani presenti?
Come è possibile che i consulenti del PM definiscano insufficienti gli spazi, se non hanno eseguito la pesatura degli animali (come prescrive la normativa) e se pochi mesi prima chi la pesatura l’aveva correttamente eseguita sosteneva che invece era tutto a posto?
Come è possibile che i periti del PM vedano i maltrattamenti quando anche un altro veterinario (socio LAV e che si dichiara contrario all’uso degli animali in ricerca, tra l’altro) che da quello che si capisce era presente agli affidi dice che i cani che ha visto uscire stavano tutti bene?
Un veterinario socio LAV che dichiara che gli animali di Green Hill erano in condizioni normali
Screenshot eseguito in data 19/01/15
Ma sopratutto ci chiediamo: è lecito cagionare un danno ad un’azienda pari a diversi milioni euro e causare la perdita di una quindicina di posti di lavoro (soprattutto in un periodo come questo) ancora PRIMA che il supposto maltrattamento sia stato provato?
Tutte domande che al momento sono senza risposta!
#BastaBugieSuGreenHill