Processo Green Hill: LAV, Legambiente e il mistero dei cani mutanti
Si, lo sappiamo. Il processo Green Hill ci ha già presentato fatti che a tratti sembrano surreali e appartenenti ad un film comico, ma questa volta andiamo oltre e raggiungiamo vette mai raggiunte prima, entrando nella fantascienza. Noi ci limiteremo a riportare i dati fattuali che sono estraibili dagli atti processuali e lasciamo ai lettori le considerazioni sul tutto.
Come sapete, il corpo forestale dello stato ha proceduto, nel luglio 2013, al sequestro probatorio di 2639 cani di razza Beagle provenienti dall’allevamento di Green Hill. Per l’esattezza i cani di Green Hill provengono da una specifica sottorazza, sviluppata dalla Marshall e che ci risulta essere brevettata, selezionata per avere caratteristiche ottimali per l’uso sperimentale. Ogni cane è identificato da un microchip o da un tatuaggio (a norma di legge) e questo numero di identificazione è stato controllato dal Corpo Forestale prima dell’affido e registrato in un apposito elenco (ricordiamo che i cani, pur se attualmente sottoposti a sequestro e affidati in custodia giudiziaria a LAV e Legambiente, sono tutt’ora di proprietà della Marshall). Compito dei custodi giudiziari è di conservare i beni mi maniera scrupolosa proprio perché, in caso di assoluzione, l’azienda potrebbe richiederne la restituzione.
Da quanto detto si evince l’importanza dell’attenzione che il custode giudiziario deve prestare nella corretta conservazione e custodia dei beni, anche se affidati a terzi dietro autorizzazione del tribunale.
Costituisce un mistero, quindi, quanto apprendiamo dagli atti del processo e cioè che alcuni animali avrebbero magicamente cambiato razza (o addirittura specie).
Da un’analisi dei numeri di microchip forniti dal LAV e Legambiente, eseguita dalla difesa e allegata agli atti del processo, risulta infatti la fantascientifica mutazione di alcuni cani, in taluni casi tale da far impallidire le più recenti ricerche scientifiche sulla manipolazione genetica.
Accade così che un beagle identificato sull’elenco agli atti con il microchip 380260040881422 risulti mutato in un Chow-Chow
Oppure che il beagle identificato con microchip 380260041168543 si trasformi in un Yorkshire Terrier
Il cane identificato invece con il codice 380260040891731 si trasforma in un maltese!
E l’elenco fornito dalla difesa continua molto a lungo. Si trovano in lista beagle che magicamente all’anagrafe canina si sono trasformati in
e tanti, tanti altri, dal Cocker al cane Corso, dal Dogo al Golden Retiever! La difesa ne ha identificati ben 26!
Il massimo della fantascienza lo si raggiunge con il beagle identificato con il codice 380260040892087 che in anagrafe risulta essere un gatto!
Ma il mistero si infittisce ancora di più: 40 cani, infatti sono dotati di un numero identificativo che risulta essere inesistente e quindi non sono identificabili! Per altri 5 il numero identificativo non viene neppure fornito!
Inoltre ci sono altri 143 cani per i quali, come riporta la difesa, viene fornito un identificativo che non risulta nei verbali di sequestro redatti dal corpo forestale… Un mistero davvero misterioso…
Insomma, questo processo ci presenta una successione di sorprese e misteri infinita! Chissà cosa scopriremo di nuovo nei prossimi giorni?
#BastaBugieSuGreenHill