Le pubblicità ingannevoli sulla Sperimentazione Animale. Cosa succede all’estero?

L’ASA (Advertising Standards Authority, l’ente di autocontrollo dell’industria pubblicitaria britannica, ndt) ha giudicato la NAVS, (National Anti-Vivisection Society, Società Britannica Anti-Vivisezione) colpevole di aver ingannato il pubblico con una pubblicità apparsa all’inizio del 2014.

La pubblicità sosteneva che i test di sicurezza sugli animali non potessero predire accuratamente le reazioni negli esseri umani, che il Regno Unito usasse più primati di ogni altro paese europeo, e che con il microdosaggio si sarebbe potuto evitare il disastro del TGN1412 nel trial clinico di fase uno (in seguito alla somministrazione, diversi volontari hanno sofferto di sindrome da disfunzione multiorgano, ndt). L’ASA ha ritenuto che l’affermazione sui primati fosse scorretta ed ha espresso il seguente parere:

La pubblicità non deve comparire nella forma attuale. Abbiamo chiesto alla NAVS di assicurarsi che le affermazioni fossero adeguatamente giustificate e di non ripetere in future pubblicità le affermazioni “i test di sicurezza sugli animali non possono predire accuratamente le reazioni negli esseri umani” e “si sarebbe potuto evitare il disastro del TGN1412 usando una tecnica nota come “microdosaggio” con in ausilio l’analisi spettrometrica”. Abbiamo richiesto che non si lasciasse intendere che queste affermazioni fossero universalmente accettate, nel caso non lo fossero.

In merito alla decisione, il Responsabile delle Politiche e dei Media di Understanding Animal Research, Chris Magee, ha detto “Scienza spazzatura e selezione dei dati possono essere sufficienti a ingannare un profano e attrarre nuovi iscritti, ma non riescono a reggere l’esame indipendente. Sembra chiaro che questo gruppo di pressione abbia già deciso cosa pensare sull’utilità della sperimentazione animale, al di là di quello che le prove dimostrano chiaramente. È vero che nei modelli animali, nei differenti ambiti scientifici, ci sono sia elementi di forza che di debolezza; tuttavia, non ci sono dubbi che, a conti fatti, siano stati indispensabili per il progresso delle ricerche mediche, veterinarie e ambientali, e concordiamo con l’ASA che sia un’azione incosciente portare il pubblico a credere diversamente”.

http://www.asa.org.uk/Rulings/Adjudications/2014/12/The-National-Anti_Vivisection-Society-Ltd/SHP_ADJ_272715.aspx#.VKvi43umCNQ

Originale: http://www.understandinganimalresearch.org.uk/news/communications-media/asa-rules-navs-misleading-public/

Uno sguardo all’Italia:
il caso Almo Nature:
– fermiamo gli spot di Stop Vivisection
– la non risposta di Capellino
– la pubblicità di Almo Nature era scorretta

Vogliamo parlare anche degli spot di Stop Vivisection che imperversano ormai tutti i giorni da anni su Radio 105, Virgin Radio, e Radio Montecarlo (gruppo Finelco)?

Oltre a dire vere e proprie falsità, per esempio “che la sperimentazione animale è inutile e dannosa per l’uomo” e che “esistono alternative scientificamente più valide“, ci aggiorna sull’evoluzione dell’iniziativa dei cittadini europei di Stop Vivisection.

È giunta l’ora di prendere una posizione dura e forte contro la disinformazione dilagante, seguendo l’esempio dell’Advertising Standards Authority, riteniamo infatti che la conoscenza rende liberi: un’informazione corretta e reale offre alle persone degli strumenti utili per fare una scelta vera, e non manipolata dalla propaganda antiscientifica.

Quante persone non avrebbero firmato la petizione di Stop Vivisection, se avessero saputo la verità?

 

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