Una Giustizia veloce è migliore per tutti, anche per gli animali. Perché gli animalisti non la vogliono?
Ultimamente sul web non si fa altro che discutere di un decreto delegato sulla depenalizzazione dei reati considerati di lieve entità, tra i quali sarebbero compresi anche quelli contro gli animali. A sentire le associazioni animaliste, che gridano sempre allo scandalo, parrebbe che il Governo voglia cancellare i reati di maltrattamento e uccisione di animali.
La realtà è diversa.
Detto decreto, di cui il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema che da attuazione alla legge delega 67/2014, non cancellerebbe i reati, non andrebbe ad influire sulla tutela dei soggetti offesi, che potrebbero comunque richiedere ed ottenere un risarcimento in sede civile, ma consentirebbe invece una più rapida definizione dei procedimenti iniziati per tutti quei reati che prevedono condanne ad una pena detentiva non superiore nel massimo a 5 anni oppure una sanzione pecuniaria, prevista da sola o in aggiunta al carcere.
Lo dice la lettera m) dell’articolo 1 della legge 67/2014 sopracitata: “escludere la punibilità di condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori nel massimo a cinque anni, quando risulti la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento, senza pregiudizio per l’esercizio dell’azione civile per il risarcimento del danno e adeguando la relativa normativa processuale penale”.
Per essere più chiari, quei reati che, stante la possibilità della sospensione condizionale delle pene detentive fino a 2 anni e la consuetudine dei Giudici di applicare le pene al doppio del minimo o ad un terzo del massimo previsti dalle norme, di fatto non portano in galera quasi nessuno, ma i cui procedimenti, oltre a costare un sacco di soldi ai cittadini italiani, intasano i Tribunali.
Infatti, il decreto punta ad alleggerire il carico di lavoro dei Giudici per meglio consentirgli di affrontare i processi per reati più gravi, come l’omicidio, l’associazione mafiosa, strage dolosa, processi che oggi magari finiscono in prescrizione prima che si arrivi ad una loro definizione perché ritardati dalla pendenza di processi per reati meno gravi.
Prevede, cioè, non certo di cancellare i reati, ma di rendere la Giustizia più veloce. E di una più rapida definizione dei procedimenti, soprattutto già in fase di indagini preliminari, dovrebbero beneficiare tutti, animali compresi. Infatti, anche se oggetto di sequestro, gli animali potrebbero essere subito confiscati in caso di provata colpevolezza dell’imputato o restituiti in caso di sua assoluzione o prescrizione.
E allora perché le associazioni animaliste, che dicono di tenere tanto agli animali, si oppongono duramente ad un provvedimento di questo tipo, anche con appelli, manifestazioni, raccolte firme e proteste?
Girando sul web ci siamo imbattuti addirittura in una petizione in cui sostenevano:
“Occorre condividere e far firmare questa importante petizione perchè dobbiamo portare migliaia di firme a Roma. NON deve diventare legge questa assurdità. E’ di assoluta importanza non tornare indietro al medioevo circa la tutela e i diritti sugli animali conquistati dopo anni di lotte. E’ impensabile che uno Stato CIVILE possa non rendersi conto che la tutela degli animali, come esseri senzienti, è fondamentale per la sua cultura e civiltà. E’ impensabile non condannare una persona che uccide o abbandona un animale in modo premeditato. Non vogliamo i combattimenti clandestini fra cani che sono specchio di grande crudeltà e inciviltà. Gli animali d’affezione devono essere considerati parte integrante della famiglia. Per questo diciamo NO alla depenalizzazione dei reati contro gli animali.”
È possibile che associazioni dai bilanci milionari, che dispongono di uffici legali molto validi, non abbiano capito che il decreto non cancellerebbe i reati?
Viene il sospetto che le associazioni animaliste abbiano ben altri interessi rispetto agli animali, altri interessi che potrebbero essere intaccati da una Giustizia più rapida…
Proviamo ad analizzare la situazione attuale riguardo ai reati contro gli animali, tenendo presente che ai sensi della legge 189/2004 le associazioni animaliste possono denunciare i reati che riguardano gli animali, essere affidatarie degli animali oggetto di provvedimenti di sequestro o di confisca, essere destinatarie delle entrate derivanti dall’applicazione delle sanzioni, costituirsi parte civile ai processi.
Per essere più chiari, possono guadagnare in mille modi e non ci rimettono mai… neppure se il procedimento si concludesse per prescrizione o assoluzione dell’imputato.
Come mai?
Cominciamo col dire che è veramente difficile che le associazioni animaliste depositino contro qualcuno una “querela”, che presuppone l’individuazione di un reato e di un colpevole ed una esplicita richiesta all’Autorità Giudiziaria di procedere per punirlo;
in compenso depositano un’infinità di “esposti”, che sono in sostanza delle segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per sottoporle fatti visti, sentiti, letti, a volte raccontati in modo più o meno originale, affinchè valuti lei se ricorre un’ipotesi di reato.
Contemporaneamente, in genere, bombardano allo stesso modo di segnalazioni anche le Forze di Polizia, in particolare quelle più “sensibili” come il Corpo Forestale, fino a che, o su ordine della Magistratura o d’iniziativa della Forza di Polizia, qualcuno non interviene.
Ciò vuol dire che, anche se sotto il pressing delle associazioni animaliste che hanno fatto le segnalazioni e che magari pure collaborano con qualche loro adepto appositamente fatto nominare ausiliare di PG, ad intervenire sono la Magistratura o la Forza di Polizia: sono loro che decidono se ricorre o meno un’ipotesi di reato ed eventualmente di sequestrare gli animali, così, anche nel caso in cui il processo poi dimostrasse che non c’era nessun reato, le associazioni animaliste non potrebbero essere ritenute responsabili di nulla: loro hanno solo fatto una “segnalazione”…
In compenso, però, si fanno affidare gli animali e dal giorno dopo, se non dal giorno stesso, iniziano gli appelli per chiedere soldi: sostegno e donazioni per i “poveri animali” che avrebbero “salvato”.
A quel punto hanno già guadagnato. Magari sono anche andate sui giornali o in tv e si sono fatte un sacco di pubblicità che, ricordiamolo sempre, è l’anima del commercio. Poi, possono decidere di continuare a tenersi gli animali, in strutture proprie o convenzionate, fino a che conviene, ovvero fino a che i proventi delle donazioni superano le spese per il mantenimento, oppure possono decidere di sub affidarli a privati, magari a fronte di un contributo. Ci sono stati casi in cui gli animali sequestrati si sono proprio volatilizzati, anche se non avevano le ali…
Intanto al procedimento lavora un Tribunale, a spese della Comunità e per anni con i tempi della Giustizia attuali.
Solo qualche volta, dopo anni, il procedimento culmina in un processo, che qualche volta si conclude con una condanna. In quei casi le associazioni animaliste chiedono e in genere ottengono anche un risarcimento e ci fanno un bell’articolo sui giornali. Molte volte, però, il procedimento si conclude con l’estinzione del reato per prescrizione, quando non con una vera e propria assoluzione, ma ormai è troppo tardi perché il proprietario degli animali che aveva subito il sequestro possa ricuperarli.
Molti animali dopo un certo periodo di tempo muoiono, al cagnolino che vive da anni a casa della casalinga di Voghera si sono affezionati i figli e non si può certo strapparglielo, altri animali non sono più rintracciabili.
Ci sono stati addirittura diversi casi in cui l’imputato, pur innocente, ha preferito rinunciare alla proprietà dei suoi animali purché il Magistrato decretasse la chiusura di un procedimento che lo logorava da anni, oltre ad essergli costato fior di quattrini di avvocati…
In tutti i casi le associazioni animaliste ci hanno guadagnato, non corrono alcun rischio di rimetterci e, come detto, nemmeno di essere ritenute responsabili per un procedimento che non avrebbe mai dovuto tenersi, costato un sacco di soldi agli Italiani, o per un sequestro illegittimo ai danni di qualche povero disgraziato rivelatosi innocente.
Se invece venisse approvata la norma da loro contestata, l’archiviazione potrebbe scattare in qualsiasi fase del procedimento, soprattutto in fase di indagini preliminari. Dopo l’istanza del pm, ci sarebbero 10 giorni per fare opposizione e a decidere sarebbe il gip: velocità, meno carico per i Tribunali, meno spese per i Cittadini.
Dal momento che comunque sarebbe sempre possibile la richiesta di risarcimento danni, in caso un danno ci sia, non è che magari in realtà le associazioni animaliste temano di perdere un super business legato ai sequestri?
Di Giulia Corsini e Massimiliano Filippi, con la collaborazione dell’Ufficio Legale di FederFauna.
Si ringrazia per le infografiche Gaetano Pezzicoli di Agora Scienze Biomediche
Per approfondire:
- Legge 28 aprile 2014, n. 67, Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili
- Legge 20 luglio 2004, n.189 “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate“
- Schema di Decreto legislativo recante “Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a norma dell’art. 1, comma 1, lett. m, della legge 28 aprile 2014, n. 67”
- Approfondimenti sulla depenalizzazione del reato di maltrattamento degli animali
Bufale un tanto al chilo , Next quotidiano - Cosa c’è di vero nella storia della depenalizzazione dei 112 reati: parere di un avvocato penalista
- Cuccioli di razza: sequestri in alternativa all’acquisto
- Assolto da accuse maltrattamento. Ma i cani dove sono?
- Carrara: sequestri business degli animalisti“Nel mese di ottobre 2009, un’associazione animalista avrebbe denunciato per maltrattamento di animali un circo che di animali non ne possedeva.”“Tanto ha spinto il Sen. Valerio Carrara (Pdl) a presentare un’interrogazione specifica ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, della giustizia e dell’interno, il 10 dicembre 2009. Chiedeva in particolare il Senatore, se ritenessero “… di dover intervenire … al fine di … autorizzare detto sequestro solo nei casi in cui siano state effettivamente accertate situazioni di maltrattamento”; se vi fosse intenzione di “… uniformare, su tutto il territorio nazionale, i costi e/o le tariffe giornaliere necessarie per il mantenimento degli animali sequestrati e detenuti in custodia” e soprattutto se vi fosse quella di “adoperarsi affinche’ alle associazioni destinatarie dei benefici di cui al comma 1 dell’articolo 8 della legge 20 luglio 2004, n. 189, sia consentita la possibilita’ di optare tra la facolta’ di segnalare reati di maltrattamento di animali o di fornire assistenza in qualita’ di Polizia giudiziaria al fine di evitare il verificarsi di situazioni di “conflitto di interesse””” per continuare link all’articolo