Processo Green Hill: i testimoni dell’accusa tra errori e inesattezze
Consulenti del PM che avevano già ricevuto incarichi dalla LAV, ispettori che dovevano analizzare le cartelle dei cani che confondono la diarrea con il diabete, un Comandante della Polizia Forestale sotto testimonianza che allude a vendite di cani per fini cosmetici (illegali in Europa) solo da una bolla, senza aver fatto nessuna indagine, e che viene subito smentito dalle prove della difesa.
Mercoledì 12 Novembre: entrano in scena gli ispettori che il 18 Luglio 2012 hanno fatto il sopralluogo alla struttura della Marshall, unico allevamento in Italia di cani a uso scientifico. Tante dimenticanze e imprecisioni. E’ stata contestata la temperatura interna dei capannoni in cui venivano tenuti gli animali dimenticandosi di fare un raffronto con la temperatura esterna visto che era il 18 luglio, si critica nell’imputazione la brevità di tempo tra un parto e l’altro per le fattrici, per poi scoprire che il periodo di stacco utilizzato a Green Hill è molto più lungo rispetto a quello che gli stessi esperti dell’accusa ritengono sia necessario.
La difesa evidenzia la mancanza di preparazione degli ispettori che vengono chiamati a testimoniare. Quasi nessuno ha avuto esperienze di allevamenti di animali destinati alla sperimentazione, allevamenti che sono regolati da una legge dedicata, della quale al processo i testi dell’accusa fanno fatica a ricordare persino il nome, figuriamoci il contenuto.
Uno dei tanti esempi è quello di un ispettore appartenente al nucleo NIRDA della Polizia Forestale: alla sua analisi di evidente stress nei cani di Green Hill, l’avvocato della difesa chiede se ha mai studiato veterinaria, il forestale risponde negativamente, giustificando nella sua esperienza ventennale la capacità di analisi. La difesa allora gli chiede se ha mai avuto casi in questi ventanni in allevamenti destinati alla sperimentazione. La risposta è stata di nuovo negativa.
Anche il PM Ambrogio Cassiani, come i suoi testi, cade in inesattezza anche gravi. Al giudice presenta la lista dei cani deceduti “dal 2010 al 2012”. Viene subito corretto dall’avvocato difensore: la lista partiva dal 2008.
#BastaBugieSuGreenHill