Ebola: bastano le vitamine? No. Serve la Sperimentazione Animale!
Ci segnalano che la Dr.ssa Kuan della LAV ha scritto alcune righe su Ebola e devo dire che, da biologo, sono rimasto completamente basito nel leggere quanto ha scritto.
A parte la condivisibile quanto populistica affermazione che sarebbe cosa buona e giustafare in modo da ridurre la povertà nel continente africano e che altrettanto corretto sarebbe impegnarsi nel migliorare le condizioni igienico-sanitarie (e riguardo entrambi questi punti la LAV potrebbe fare davvero tanto, donando una cospicua parte dei 4 milioni di euro che aveva a bilancio un paio di anni fa, ma ho paura che il mio auspicio rimarrà inascoltato) il resto dell’articolo firmato dalla Dott.ssa Kuan è un nonsense totale e mi stupisco che sia stato scritto da una collega biologa.
Andiamo per gradi.
La Dott.ssa Kuan scrive che
si sta riducendo in modo deciso la gravità dell’infezione”
Scritto così sembra che Ebola oramai sia paragonabile ad un’influenza, citata assieme alla SARS nel testo come infezioni “fantomatiche” o “sostanzialmente poco gravi”.
Il che ovviamente non è vero.
Ebola è una malattia epidemica a diffusione interpersonale che è potenzialmente pandemica e la cui diffusione “sta accelerando”, dato che il 40% dei casi totali si è verificato in un periodo di 21 giorni (report OMS del 28 agosto scorso). La mortalità è variabile da paese a paese, ma varia dal 42% della Sierra Leone al 66% della Guinea. Sempre secondo lo stesso report la mortalità media complessiva è del 52%.
Sarebbe interessante sapere da che fonte la Dott.ssa Kuan ha tratto i propri fantasiosi dati.
Altrettanto naive è l’analisi epidemiologica fatta dalla responsabile LAV: il fatto che dal 1976 ad oggi le epidemie di Ebola si siano autolimitate e che abbiano avuto una diffusione geografica molto limitata è dovuto al fatto che le epidemie avevano luogo per lo più in villaggi rurali, molto isolati e a diversi giorni di cammino dalle metropoli e dai centri maggiormente abitati. Il che, in questo caso, non è successo. La caratteristica principale di questa epidemia sono i casi anche nelle città più abitate e la diffusione anche in paesi non contigui all’area di diffusione iniziale del virus come dimostrano i 21 casi (e 8 decessi) avuti in Nigeria. La maggiore capacità di movimento, anche aereo, favorisce la diffusione dell’epidemia anche in paesi non contigui e quindi la possibilità che il virus arrivi in Europa non è impossibile. E’ di stasera, infatti, un caso sospetto proprio qui in Italia, in una donna di ritorno dalla Nigeria.
Sorprende che la Dott.ssa Kuan cada proprio sull’epidemiologia, dopo che questa viene citata ad ogni pie’ sospinto come panacea di tutte le ricerche…
La Dott.ssa Kuan scrive inoltre che
un apporto di minerali e vitamine adeguati sembra essere fondamentale per la difesa antivirale
Anche in questo caso, non riesco a capire da quale pubblicazione scientifica provengano queste affermazioni: senza offesa per la dott.ssa Kuan, ma credere che un integratore minerale e multivitaminico possa essere davvero utile per trattare un caso di ebola è per lo meno puerile, se non ridicolo, e assolutamente infondato. Le vitamine possono essere utili, ma sicuramente non sufficienti,ed infatti ai pazienti reimpatriati negli USA hanno fatto infusioni di Zmapp, un mix di anticorpi di topo umanizzati prodotti da piante OGM e sperimentato su scimmie, e non infusioni di vitamine e sali minerali.
Ebola è una malattia potenzialmente LETALE.
Quel 52% di mortalità non è semplicemente un numero scritto sul monitor. Sono vite umane.
Immaginate di essere in una stanza con 10 persone. Il 52% vuol dire che 5 o 6 di quelle persone, in quella stanza con voi, moriranno: e voi potreste essere una di quelle 5. Perché al momento non esiste NESSUNA terapia disponibile che sia commercializzata. Le uniche terapie disponibili sono terapie sperimentali che, con buona pace della Dott.ssa Kuan, sono il diretto risultato della sperimentazione sul modello animale, che si dimostra ancora una volta fondamentale.
E lo stesso si deve dire per i vaccini che stanno iniziando i trial clinici in questi giorni.
Glorificare l’affermazione che “le epidemie di Ebola possono essere controllate anche senza vaccini e cure specifiche” vuol dire dimenticare cosa questa frase, per quanto corretta, significhi veramente. Significa “lasciar morire” quel 52% di persone (al momento si parla di oltre 1800 decessi, e la cifra è in continuo aumento) e, sostanzialmente, ritenere che questo sia sufficiente. Anche bombardando con il Napalm i villaggi dove ci sono dei malati (come si vedeva fare nel film “Virus Letale“) si “controllerebbe l’epidemia”, e lo stesso sarebbe possibile con un isolamento totale, finché non sono tutti morti. La priorità auspicabile, che forse sfugge alla Dr.ssa Kuan, è invece cercare di salvare più vite possibili.
Se questo può essere considerato sufficiente dalla Dott.ssa Kuan della LAV, non viene considerato sufficiente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che infatti ha appena convocato un meeting di due giorni per valutare le terapie in fase di sviluppo, nel quale si può leggere che i vaccini sperimentali “sviluppati su modello animale” hanno dato risultati preliminari talmente incoraggianti da far stimare all’OMS un possibile utilizzo sperimentale già a partire dal prossimo novembre, se si dimostrerà sicuro nei trial in corso in questi giorni.
a vaccine could be available in November 2014 for priority use in health-care workers
Analogamente è stato recentemente autorizzato l’uso sperimentale sul campo delle terapie attualmente disponibili che hanno superato i test su modello animale
Of the novel products discussed, some have shown great promise in monkey models and have been used in a few Ebola patients
Come già detto, i pazienti trattati sono ancora troppo pochi per trarre conclusioni definitive, ma al momento i risultati ottenuti sin qui sono decisamente incoraggianti.
Inoltre, nell’ultimo meeting dell’OMS è stato anche deciso di istituire un protocollo specifico per la valutazione dei test preclinici su modello animale, in maniera da velocizzare i trial umani delle terapie sperimentali più promettenti.
A mechanism for evaluating pre-clinical data should be put in place in order to recommend which interventions should be evaluated as a first priority.
Un ultima nota. La Dott.ssa Kuan scrive:
dobbiamo essere di aiuto alle popolazioni delle fasce più povere, ma sicuramente non lo saremo con una ricerca lunga e costosa che rimane, come al solito, nelle mani di pochi e non al servizio dei poveri
Oltre a rinnovare l’invito alla LAV a donare una parte sostanziosa del proprio bilancio per contribuire alla fornitura di cibo, acqua e multivitaminici, che sicuramente male non fanno, ci sono alcuni punti da ricordare:
1) la ricerca ha sicuramente bisogno di anni per portare risultati, e per questo bisogna finanziarla ADESSO. Perché bisogna essere previdenti e iniziare oggi a finanziare le ricerche che potrebbero servire in futuro. Non si può pensare che “ci sarà tempo” per farlo in futuro, proprio perché la ricerca ha, giustamente, bisogno di tempo.
2) per fortuna i ricercatori sono un po’ più lungimiranti ed infatti la ricerca sulle terapie e sui vaccini per Ebola sono in corso da anni e, grazie a questa lungimiranza, siamo pronti a coglierne i frutti.
3) I risultati della ricerca non saranno “nelle mani di pochi e non al servizio dei poveri”, come dimostra l’attività dell’OMS a riguardo, che ha già richiesto alla ditta italiana che ha sviluppato uno dei vaccini sperimentali una prima fornitura di 10.000 dosi da consegnare entro dicembre.Ricordiamo che questo vaccino è basato su di un adenovirus di scimpanzé e che è stato ovviamente sperimentato su primati.
Quindi, per concludere, non è vero che i vaccini per Ebola siano inutili, perché hanno il potenziale di salvare migliaia, se non milioni, di vite umane. Possiamo condividere il fatto che poi sia obbligo della comunità internazionale e di tutti noi fare poi in modo che la diffusione dei vaccini e delle terapie sia la più ampia possibile, e personalmente ritengo che le onlus – che per definizione dovrebbero svolgere un’utilità sociale – dovrebbero fare la loro parte, sopratutto quelle con bilanci milionari, ma senza la ricerca, anche su animale, dovremmo accontentarci di distribuire dei placebo multivitaminici. Invece, grazie al lavoro fatto da centinaia di ricercatori, se tutto va bene da dicembre potremo distribuire vaccini derivati da virus di scimpanzé e farmaci con mix di anticorpi di topo umanizzati, testati su scimmia e prodotti grazie a piante OGM. Con buona pace di tutti quelli che preferiscono i film di animazione e le favole con gli unicorni alla scienza.
Dott. Dario Padovan
Biologo
Presidente di Pro-Test Italia
Bibliografia
1) http://www.who.int/csr/don/2014_08_28_ebola/en/
2) http://www.who.int/mediacentre/news/statements/2014/ebola-therapies-consultation/en/
3) http://www.cdc.gov/vhf/ebola/outbreaks/guinea/qa-experimental-treatments.html