Il gioco delle tre carte: la LAV, il Mario Negri Sud e 50 topolini

Si sa che l’essere onesti a volte non basta per vivere una vita serena ed anzi può portare a fidarsi delle persone sbagliate nell’erronea convinzione che tutti siano altrettanto onesti, ma quando ci si trova a rapportarsi con degli abili politicanti esperti nelle arti del lobbying e della comunicazione come la LAV (Lega Anti Vivisezione)  il rischio viene decuplicato e l’attenzione deve essere massima.

Questa è la lezione che si può trarre dalla storia che sto per raccontarvi.

Il Consorzio Mario Negri Sud è stato fondato nell’anno 1987 e, dopo circa 25 anni di buone ricerche, purtroppo ad un certo punto si è trovato faccia a faccia con un problema che affligge la maggior parte della ricerca italiana, la scarsità di fondi, ed ha dovuto cercare nuove strade, trasformandosi in Fondazione. Buona parte dei dipendenti sono stati messi in cassa integrazione e molti laboratori smantellati, con numerose conseguenze tra le quali anche il destino di circa un migliaio di topi che non erano ancora stati inseriti nei protocolli sperimentali o che non erano del genotipo corretto e di cui purtroppo bisognava interrompere il mantenimento. Nella maggior parte delle altre nazioni occidentali i responsabili non avrebbero avuto alcun dubbio riguardo alla loro immediata soppressione, ma in Italia abbiamo una legge per cui è possibile dare in adozione le cavie da laboratorio alla fine della sperimentazione ed inoltre il Mario Negri si è sempre distinto per la strenua lotta per l’applicazione delle 3R (Reduction, Refinement, Replacement), era ovvio che i responsabili dello stabulario si sarebbero posti il problema di dove mettere quei piccoli roditori. Però mille animali, per giunta con delle modificazioni genetiche, non sono semplici da gestire e le associazioni con cui di solito il Mario Negri collabora sono piccoline, quindi i responsabili dello stabulario hanno ingenuamente pensato di inviare una richiesta d’aiuto ad una delle più grandi associazioni animaliste italiane: la Lega Anti Vivisezione. Hanno chiesto alla LAV di prendere in adozione questi animali o almeno di aiutarli a trovare qualcuno che li adottasse, richiesta che naturalmente era solo per il bene degli animali stessi. Era Aprile 2014… ma la LAV non rispose mai.

I ricercatori del Mario Negri Sud non volevano sopprimere le cavie, ma mantenere uno stabulario è costosissimo e i dipendenti erano cassaintegrati, le richieste agli animalisti non ricevevano risposta e più il tempo passava più la situazione diventava ingestibile, fino a che ad un certo punto si è presa la dolorosa decisione di procedere alla soppressione di una parte degli animali, sperando di trovare nel tempo una soluzione almeno per i restanti. Facciamo una precisazione: non c’è nulla di illegale in questo, anzi, è la prassi ordinaria. La volontà di dare in adozione questi roditori è semplice espressione della buona fede del centro di ricerca e null’altro.

Passa ancora del tempo e non si ha nessuna risposta positiva dalle associazioni animaliste e tantomeno dalla LAV, ma ora gli animali sono meno e il Dott. Giuliano Grignaschi (responsabile dell’Animal Care Unit del Mario Negri di Milano) decide di provare ad aiutare i colleghi chiedendo all’associazione monzese “La Collina dei Conigli” di adottare i restanti 50 topolini. La Collina dei Conigli accetta, così Grignaschi chiede alla ASL di Milano il permesso di spostare questi topolini, cosa necessaria in quanto sono topini geneticamente modificati, e la ottiene.
In data 1 agosto 2014 i volontari de “La Collina dei Conigli” partono per Chieti pronti all’adozione.

E qui succede il misfatto.

Tre ore prima dell’arrivo dei volontari, arriva il Corpo Forestale dello Stato e sequestra i 50 topini affidandoli alla LAV, che ha denunciato il Mario Negri Sud perché reo di aver eliminato le altre cavie! Capito? La LAV avrebbe potuto evitarne l’uccisione ed anzi era stata invitata a collaborare ma ha preferito non farlo, per poter poi denunciare la soppressione degli animali spacciandola per  illegale (mentre assolutamente non lo è) e soffiando sotto il naso i topi rimasti ad un’altra associazione animalista che era già per strada per venirseli a prendere!

Il ritorno di popolarità per la LAV è enorme: oltre a fingere di aver avuto a che fare con dei mostri, degli atroci vivisettori crudeli che hanno volentieri ucciso molti animali, ora la Lega Anti Vivisezione si vanta urlando ai quattro venti di essere stata la prima a “salvare” degli animali da un centro di ricerca legalmente autorizzato. Peccato che questi animali non avessero alcun bisogno di essere salvati perché erano già proprietà di un’altra associazione animalista che per giunta è tra le più serie d’Italia.

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Qual è lo scopo di tutta questa farsa?  Coinvolgere un centro di ricerca che porta il nome dell’Istituto Mario Negri (tra quelli che più si impegnano sul benessere animale da laboratorio) e che si è trovato per qualche mese in un momento di difficoltà, fingendo di non sapere che le due realtà hanno una amministrazione completamente diversa e separata?

Ma tutta questa storia solleva qualche dubbio ulteriore. Infatti, per disporre un sequestro ci vuole l’autorizzazione di un magistrato… Su che basi questo magistrato ha deciso che ci potesse essere qualche irregolarità, visto che il centro di ricerca aveva già contattato diverse associazioni animaliste di sua spontanea volontà per trovare una soluzione e visto che la soppressione delle topi da laboratorio è legale? E su che basi il Corpo Forestale dello Stato ha dato in affidamento i topini a chi li aveva prima rifiutati anziché a La Collina dei Conigli, che aveva tutti i diritti di prenderli sotto la sua ala? Ed infine, dall’ASL di Chieti è stato considerato che questi animali erano geneticamente modificati prima di permetterne la movimentazione, visto che la LAV, che ha fatto la denuncia, non ha mai voluto un contatto con gli unici che potevano dirglielo, cioè i ricercatori?

Noi di Pro-Test Italia restiamo sgomenti di fronte a tutte le ombre di questa vicenda e naturalmente esprimiamo tutta la nostra solidarietà al Mario Negri, eccellenza italiana sempre degna di grande stima.

Ambra Giulia Marelli,

Vicepresidente di Pro-Test Italia.

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