Animalisti contro Università di Modena: com’è cominciato tutto

Durante i primi mesi del 2012 l’Ufficio Diritti Animali del comune di Modena aveva contattato la direttrice dello stabulario dove si fa ricerca di base su primati. (Per approfondire: link)
L’Ufficio voleva capire se era possibile ricevere gratuitamente qualche animale perché sarebbe stato disposto a donarlo al Centro faunistico di Monte Adone in provincia di Bologna.
Siccome in quel momento allo stabulario c’era un esubero di animali e la sperimentazione era ferma, i ricercatori hanno accettato.
C’è stato un lungo scambio di mail. La trattativa è stata lunga, è durata qualche mese: l’ente animalista voleva più animali, invece lo stabulario, considerate le dimensioni della colonia e il fatto che bisogna andare cauti con certe trattative, ha deciso di cederne uno solo.
Il 1 agosto del 2012, quindi, un macaco è stato ceduto dalla struttura ed è stato ritirato da responsabili del centro faunistico, con la mediazione di Daniela Barberi (responsabile dell’Ufficio Diritti Animali di Modena) e Yuri Bautta (responsabile della LAV di Modena), che ha chiamato l’animale come lui, Yuri, appunto.

La richiesta da parte dei ricercatori era quella di non pubblicizzare la cosa, ma gli animalisti non l’hanno rispettata, spingendosi a  strumentalizzare l’accaduto, parlando letteralmente di“salvataggio di animali dalla vivisezione” e “liberazione”, come potete leggere qui goo.gl/VbnIKz e qui goo.gl/t14z6i .
Per questo motivo non conviene trattare con enti animalisti poco raccomandabili, che non cercano compromessi ma vogliono imporre prepotentemente la propria visione.

Nonostante tutto lo stabulario aveva preso l’impegno di cedere a titolo gratuito degli animali nell’ottica della riduzione del numero, inoltre si sarebbe impegnato a non acquistare altri animali, siccome non v’era la necessità.
Nel frattempo è cambiata la legge italiana sulla Sperimentazione Animale, che, in contrasto con la Direttiva Europea 2010/63, vieta di allevare primati, cani e gatti su territorio italiano. Lo stabulario, dunque, non potendo più avere delle nascite deve acquistare animali per forza di cose.

Il cambio della normativa ha mosso gli animalisti a iniziare nuovamente una campagna contro l’Università di Modena. Per spronare la partecipazione alle manifestazioni e alle raccolte firme è stato persino dichiarato persino che lo stabulario avrebbe soppresso degli animali!  Tra le  manipolazioni, le mezze verità e le pure menzogne è difficile capire cosa sta accadendo: non manca il video di Animal Amnesty di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente e i vari interventi di diverse associazioni animaliste, che fanno a gara per ritagliarsi una fetta di merito su quanto è accaduto.

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