Quando le domande son troppo scomode: le risposte degli animalisti tra il caso Simonsen, gli attacchi dell’ALF e la Direttiva Europea

Un anno movimentato per la ricerca, con assalti animalisti ai laboratori, proteste dei ricercatori, dibattiti sul recepimento della Direttiva Europea 2010/63. Così un giorno, su Facebook, una ragazza molto malata, ma scientificamente preparata e con una volontà di ferro, decide di difendere le sperimentazioni portate avanti con gli animali, quelle sperimentazioni che le hanno permesso di arrivare ai 25 anni, anche se era stata data per spacciata a nove. E cosa succede? Riceve centinaia di insulti gravissimi e qualche decina di minacce di morte da parte di estremisti animalisti.

Immaginate di essere una figura di spicco del movimento animalista italiano, magari un deputato, meglio ancora un ex ministro, cosa fareste? Vi dissocereste al volo e in modo chiaro? L’Onorevole Michela Vittoria Brambilla no.

Caterina Simonsen, la venticinquenne al centro del ciclone, ha chiesto esplicitamente a lei di dissociarsi, richiesta rilanciata da giornali e telegiornali. Lei si è dissociata? No. Nemmeno una risposta.

Anche noi, sulla sua pagina Facebook, le abbiamo chiesto ufficialmente di dissociarsi con un post che ha avuto molta risonanza sul web. Visto il silenzio dell’Ex Ministro, è anche stato creato un hashtag apposito: #Brambillarispondi. Cos’avrà fatto lei? Avrà risposto? No, semplicemente no. Al posto di rispondere ha condiviso sulla sua pagina le parole di Susanna Penco e di Candida Nastrucci, parole peraltro abbastanza stizzose, che sembravano dire che Caterina quasi se la fosse cercata. La Dott.ssa Penco ha persino biasimato la ragazza per aver “strumentalizzato la sua malattia”. E pensare che Caterina ha solo pubblicato qualche video su Facebook, non si è mai fatta definire “ricercatrice malata ma contro la vivisezione”, come laDott.ssa Penco ha più volte fatto!

La storia, però, non finisce qui: riscontrando parecchie imprecisioni scientifiche nelle dichiarazioni delle due scienziate, ci siamo sentiti in dovere di evidenziarle in un altro post, pubblicato sempre sulla pagina ufficiale dell’Ex Ministro, aspettandoci una risposta, un dialogo.Tuttavia, non solo loro non hanno proferito verbo, ma l’Onorevole Brambilla ci ha addirittura censurato, cancellando il nostro commento e bloccandoci dalla sua pagina.

Inevitabilmente questi silenzi e queste chiusure al dialogo ci suggeriscono alcune domande:

Perché dissociarsi a metà? Infatti, la Dott.ssa Penco e la Dott.ssa Nastrucci non si sono pienamente dissociate, ma, come abbiamo già detto, hanno biasimato Caterina e hanno colto al volo l’occasione di dire quanto sia inutile la sperimentazione animale, che davvero con le richieste non c’entrava, se non forse di striscio. Era così difficile dire un: “Ci dissociamo completamente da questi gesti oltraggiosi: questo non è vero animalismo e le idee non si difendono con la violenza”, senza pontificare oltre?

Poi, immediatamente dopo, ci si chiede: perché l’Onorevole Brambilla non ha voluto scrivere un pensiero suo, ma si è affidata alle parole di altri? Non vorremmo osare troppo, ma viene il dubbio che sia una scaltra mossa politica (anche se umanamente pessima) per non perdere il sostegno degli animalisti estremisti mantenendo una parvenza di politically correct per i moderati.

E infine: ma perché censurarci? Non si trattava di insulti, ma di repliche scientifiche a ciò che era stato detto. Non era più semplice rispondere?

Caterina, inoltre, aveva chiesto di dissociarsi anche al Partito Animalista Europeo (PAE) e alla Lega Anti Vivisezione (LAV). Quest’ultima si è affidata alla Dott.ssa Penco per rispondere, seguendo l’esempio dell’Onorevole Brambilla; quanto al PAE, ha elargito alcune tra le migliori perle complottiste dell’ultimo secolo, sostenendo addirittura che dietro Caterina si celino chissà quali lobby capitanate da Telethon… Pazzesco!

Ma la cosa più simpatica è successa più tardi, quando Milano è stata letteralmente tappezzata di foto segnaletiche di onesti ricercatori, additati come boia e assassini e di cui sono stati diffusi non solo nome e cognome, ma anche indirizzo di casa e numero di telefono, con l’invito ad andarli a trovare. Corredati di ben 23 scritte insultanti sui muri vicini alle abitazioni degli scienziati. Ok, i volantini non erano firmati, è vero. Ma andiamo a logica: chi mai potrebbe essere stato? Ebbene, gli animalisti questa volta si saranno dissociati? No, naturalmente no. Anzi! Si sono messi a giocare alla teoria del complotto dicendo che sarebbero stati i ricercatori stessi (cit. : “La lobby vivisettoria”) ad affiggere le foto segnaletiche per screditare gli animalisti. Che certe cose poi le dicesse Paolo Mocavero dei 100% animalisti ancora ancora era passabile… Ma sentirlo dire da un ex ministra, a Pomeriggio 5 e ancora ai telegiornali francamente fa un po’ rabbrividire, considerando che in quelle sedi non ha mancato di rincarare la dose su Caterina e addirittura di millantare che negli USA la sperimentazione animale sia vietata, cosa che, naturalmente, non è: basta aprire una rivista scientifica, una qualunque, per appurarlo.

Il problema è che fino a che c’è stata l’incertezza sui responsabili uno poteva pure sperare che non fossero gli animalisti, che fosse magari qualche vandalo in vena di scherzi ma senza affiliazioni particolari… Ma poi, a 11 giorni dall’accaduto, è arrivata la rivendicazione. Ebbene, chi sarà mai stato? I ricercatori forse? No, ovviamente no: come volevasi dimostrare è stato l’Animal Liberation Front, un’organizzazione terroristica internazionale, punta di diamante dell’estremismo animalista, che già in passato è stata protagonista di atti violenti.Ebbene? Anche questa volta abbiamo ricevuto un: “Non siamo stati noi animalisti, non è vero che è stata l’ALF, chi ci assicura che sia stata l’ALF?”. Peccato che la rivendicazione sia avvenuta sul sito ufficiale dell’ALF e sulla loro pagina Facebook (attiva dal 2011), entrambe da tempo tenute sotto controllo dalla DIGOS. Noi siamo fieri di aver denunciato tale fatto che riteniamo terrificante, ma gli animalisti a quanto pare non se ne preoccupano granché.

 

Invece che dissociarsi sono addirittura andati in televisione (sempre per bocca della Brambilla) a dire che il ritardo nel recepimento della Direttiva Europea 2010/63 sarebbe colpa delle proteste dei ricercatori, quegli stessi ricercatori che fino a Giugno hanno fatto una petizione perché l’Italia la recepisse! Poco importa se i ricercatori hanno protestato sempre e solo perché la Direttiva venisse recepita in forma originale (e non con emendamenti che di sicuro avrebbero rincarato, e forse rincareranno, la nostra infrazione). Poco importa se gli animalisti hanno addirittura fatto una petizione chiedendo di abrogare questa Direttiva (http://www.stopvivisection.eu/). Non importa: sappiatelo, ricercatori, se pagheremo 150.000€ al giorno perché non abbiamo recepito la 2010/63 è colpa vostra, mica di quelli che dopo aver partecipato alla sua scrittura (http://eurogroupforanimals.org/, di cui la LAV fa parte) volevano abrogarla!

Tutto questo è imbarazzante, ma non per noi, né per Caterina, né tanto meno per i ricercatori: per gli animalisti. In Italia ci sono migliaia di animalisti veri e onesti che difendono gli animali senza aggredire nessuno e lo fanno con passione e bontà d’animo, con ragionevolezza e rispetto per la vita. Quelli che hanno insultato e minacciato Caterina, quelli che hanno imbrattato Milano mettendo a repentaglio la sicurezza dei ricercatori e quelli che hanno spudoratamente mentito in tv non sono così: sono solo persone che si acquattano meschinamente sotto l’ombrello dell’animalismo per sentirsi in diritto di vessare gli altri, alcuni con vere e proprie azioni terroristiche, non facendosi scrupoli nel creare danni potenzialmente anche fisici alle loro vittime; altri da dietro il loro computer, minacciando di morte una ragazza malata, forte nell’animo ma debole nel corpo. E c’è qualcuno che li difende a spada tratta! Ma queste sono persone psicologicamente prepotenti e che non sanno cosa sia quell’empatia che tanto dicono di avere, persone che non si fanno scrupoli a usare la violenza, verbale o fisica, non per animalismo ma per piacere personale. Però sono voti. E portafogli pieni, pronti a fare donazioni. Un peccato perderli, anche se per gli scienziati e gli animalisti moderati questi sono soltanto pesanti fardelli appoggiati sulle loro schiene, fardelli che impediscono alle due controparti di dialogare per il bene comune… E che possono diventare un serio pericolo per chiunque non la pensi come loro.

Ministro Michela Vittoria Brambilla (ma anche il PAE e la LAV), aveva l’opportunità di cambiare le cose, di liberare tutti noi da questi fardelli dissociandosi apertamente, di dire all’Italia animalista: “Questi non sono esempi da seguire, ma persone che con l’animalismo non hanno niente a che fare, che sono da condannare e biasimare”. Onorevole Brambilla, si rende conto di che occasione ha sprecato?

Ambra Giulia Marelli,

Vicepresidentessa di Pro-Test Italia.

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