La preparazione veterinaria senza pratica clinica è valida?
L’Italia è in ritardo nel recepimento della direttiva 2010/63/UE [1] sulla protezione degli animali a fini sperimentali. Il ritardo è dovuto in gran parte agli emendamenti che continuano ad essere proposti e discussi in Parlamento, paradossalmente senza considerare quanto riportato nella direttiva stessa e senza considerare che questa è il frutto anche del confronto tra associazioni animaliste europee ed esperti del settore, che hanno trovato il giusto compromesso tra benessere animale ed esigenze di ricerca.
“g) vietare l’utilizzo di animali per gli esperimenti bellici,
Oltre a non essere chiara l’intenzione del legislatore parlando di “ambiti sperimentali”, il testo così formulato avrebbe impedito non solo un qualsiasi utilizzo di animali nella parte didattico-dimostrativa (che in Italia è già regolamentata), ma anche nella parte sperimentale di ricerca che viene svolta, ad esempio, durante la tesi. Sarebbero inoltre state vietate le necroscopie, le lezioni di anatomia comparata e più in generale l’attività di “pratica” degli studenti di Medicina Veterinaria, Zootecnia, Biologia, Biotecnologie, e di qualsiasi altro CdL che nel proprio piano di studi preveda l’uso di animali.
Durante la discussione in Aula il 4 Luglio 2013 viene presentata ed approvata una nuova formulazione di tale emendamento (proposta di modifica n° 12.300 [3]):
La nostra associazione non intende guardare dall’altra parte, ed è pronta a continuare questa battaglia. L’Italia è ancora il fanalino di coda rispetto agli altri Paesi Europei per quanto riguarda la didattica; nel nostro Paese, infatti, prevale ancora la scuola “vecchio stampo”, che predilige lo studio della teoria all’aspetto pratico. Sono stati fatti innumerevoli sforzi, nel corso degli anni, per introdurre l’esercitazione pratica nei diversi CdL, e anche in Medicina Veterinaria. Sforzi che rischiano di essere vanificati qualora fossero approvati incautamente degli emendamenti proposti da persone non esperte del settore, che non possono cogliere il divario incolmabile esistente tra “teoria” e “pratica”.
Pensiamo che ci sia un’insanabile contraddizione tra le belle parole e i buoni propositi sull’importanza della Ricerca e la promessa di dedicare attenzione al futuro delle nostre giovani menti in formazione, e i contenuti di un emendamento con il quale si vuole far retrocedere l’insegnamento universitario alle metodiche di inizio Novecento, che secondo una corrente di pensiero sono uno dei punti di forza di questa normativa. [4]
[1] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ%3AL%3A2010%3A276%3A0033%3A0079%3AIT%3APDF
[2] http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=17&id=704605&idoggetto=728920
[3] http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=17&id=705464&idoggetto=728920