L’8 Giugno 2013 Pro-Test Italia, con l’aiuto di tante altre Associazioni e tanti ragazzi, ha organizzato l’evento nazionale “Italia unita per la corretta informazione scientifica”, che ha avuto luogo nelle maggiori città italiane: Milano, Roma, Napoli, Genova, Torino e tante altre.
L’iniziativa è la prima nel suo genere qui in Italia ed ha delle peculiarità che vale la pena sottolineare: l’evento è partito dal basso, da giovani desiderosi di informazione e di confronto, non solo ricercatori ma anche estranei agli studi di discipline scientifiche, ragazzi che hanno a cuore il futuro del proprio Paese e che vogliono annientare il fantasma che si aggira in Italia da qualche tempo: la piaga della disinformazione scientifica il cui principale terreno di cultura sembra essere Internet, la nuova dimensione del XXI secolo, ed è infatti da lì che è partita l’iniziativa.
Dei volontari in tutta Italia hanno risposto agli appelli degli ideatori e dei coordinatori nazionali; sono così nati i gruppi locali, che hanno provveduto a cercare le sedi e contattare gli esperti, affinchè questi ultimi condividessero le proprie conoscenze con il grande pubblico.
Organismi geneticamente modificati, sperimentazione animale, cellule staminali, scie chimiche, previsioni sismiche, vaccini: questi gli argomenti principali trattati l’8 Giugno.
Una giornata che ha dimostrato di essere assolutamente necessaria in questo Paese, non solo per l’interesse mostrato dai partecipanti, quanto per i vergognosi episodi accaduti, episodi che fanno riflettere sulla scarsa cultura scientifica e sulla grandissima disinformazione su questi temi.
Da Nord a Sud, sono stati numerosi i tentativi di censura e di disturbo perpetrati da alcuni gruppi animalisti.
Tra i principali fautori del tentativo di censura i
100% animalisti, gli stessi dell’”
assedio” (come lo chiamano loro) della manifestazione del primo Giugno a Milano, dove sono riusciti, dopo tanto tempo passato
urlando insulti di ogni genere, a rubare un palloncino [1] (se questo è un
assedio…). Venuti a conoscenza dei flashmob organizzati in alcune città,
non hanno perso occasione per minacciare gli “assassini vivisettori“.
I 100% animalisti si dimostrano sprezzanti della democrazia e dei confronti pacifici, preferendo usare metodi tipici del Ventennio: le conferenze erano aperte a chiunque, avrebbero potuto tranquillamente entrare e porre domande, come fatto civilmente da molte altre persone dichiaratesi animaliste.
A Torino alcuni militanti piemontesi del gruppo di Paolo Mocavero sono riusciti a dimostrare comunque la loro scarsa conoscenza in fatto di diritti, inveendo contro i ragazzi scesi in piazza per manifestare il loro pensiero.
A
Padova, “
quartier generale” del gruppo estremista, le
minacce [2] verso gli organizzatori sono state più gravi e persistenti, invocando la proprietà del territorio padovano quasi come se ci fosse una guerra tra clan:
“Nessuno sconto ai vivisettori”, “A Padova comandano gli animalisti“ [3]
, “Nessun rispetto per gli aguzzini” [4],
“Sabato prossimo vi faremo tanto male”.
Convocato dalla questura [5], Mocavero ha deciso comunque di proseguire nella sua azione illegale. I ragazzi padovani sono stati così costretti a
spostare il flashmob per il giorno dopo, il 9 Giugno, dove hanno esibito dei
cartelloni di protesta contro la censura del gruppo animalista: “Mi hanno detto che Padova è la loro città”, “Non ci arrendiamo alla censura violenta”, “Mi hanno detto che mi avrebbero dato la caccia”.

[6]
A
Trieste i protagonisti censuratori sono stati gli animalisti del network “
AgireOra” supportati dal gruppo “
Comitato Montichiari Contro Green Hill“, che
hanno organizzato online [7]
un mail-bombing alla libreria Ubik per l’intervento sulla sperimentazione animale a cura di Paolo Macor.
Pervenute minacce di boicottaggio e di danno materiale alla proprietà, in accordo con la libreria gli organizzatori hanno scelto di cambiar sede. Scelta la Biblioteca Statale, le mail di “protesta” non si sono fermate, ma l’evento si è svolto regolarmente.
[8]
Ancora più gravi sono stati i gesti a Bologna, dove qualche vandalo ha imbrattato i muri degli edifici pubblici del centro della città con scritte intimidatorie ed offensive rivolte alla vicepresidente di Pro-Test Italia, Giulia Corsini, e a Tania Balboni, una delle organizzatrici dell’evento di Bologna: “Giulia Corsini assassina”, “Pro-Test torturatori”, “Giulia Corsini assassina boicotta la vivisezione”. I giorni successivi la vicepresidente si è recata in questura per la denuncia.

[9]
Più a Sud, a Pisa, contro l’evento dell’8 Giugno si è mobilitato il gruppo anarchico “Informa-azione“, schierato sia contro la sperimentazione animale che contro gli OGM. Gli “attivisti” hanno subito mostrato la loro inciviltà urlando e picchiando violentemente sulle finestre dell’aula universitaria in cui si teneva l’evento, lasciando ogni tanto qualche scritta condita di insulti. Utilissimo è stato l’intervento della DIGOS.

[10]
Nel capoluogo campano, dove ero tra gli organizzatori dell’evento, non vi sono stati disordini; solo un pacifico presidio “antivivisezione” e una simpatica signora anziana che dopo aver disturbato per qualche minuto la conferenza ha lasciato la sala.
Questi episodi di intimidazione e censura non sono stati segnalati da alcun giornale, telegiornale o altro mezzo di informazione nazionale, men che meno l’iniziativa in sé, che non ha precedenti in Italia.
Come già ripetuto sopra, questo è segno che l’Italia è a digiuno di una sana cultura scientifica,una cultura scientifica che sembra dare fastidio a qualcuno o che più semplicemente è considerata di secondo piano, poco importante ed elitaria. Ma noi continueremo, finché questo Paese non cambierà il modo di porsi nei confronti della scienza.
(Bruno Formicola – Socio Fondatore Pro-Test Italia)
[6] Flashmob, Padova – Si ringrazia per le foto Alessio Francesco Brunetti
[8] Screenshot dell’evento pubblico con cui si invitava al mailbombing alla Libreria Ubik di Trieste
[9] Le scritte offensive per le strade di Bologna – Si ringrazia per le foto Giulia Corsini
[10] Le contestazioni durante la conferenza a Pisa – Si ringrazia per le foto Stefano Giordani