Sindrome dell’X fragile

Si definisce come Sindrome dell’X fragile una condizione genetica legata al cromosoma X che condivide con la Sindrome di Down il primato tra le condizioni che possono causare ritardo mentale nei maschi, interessandone uno ogni 5000; possono essere coinvolte anche le donne in modo minore (il 50% in meno) pur mostrando solamente un lieve ritardo mentale o una difficoltà nell’apprendimento.

Questa malattia è legata ad una ripetizione patologica di una determinata sequenza di DNA (definita tripletta perché identificata dalle tre iniziali dei nucleotidi che sono presenti, nel caso della sindrome dell’X fragile CGG) che può essere presente fino ad oltre 200 volte, portando ad alterazioni dell’espressione del gene FRM1 presente sul cromosoma X. Questo comporta difetti a vari livelli soprattutto a livello testicolare e cerebrale, dove la proteina codificata da questo gene svolge funzioni importanti come il trasporto di proteine neuronali. Essendo presente un solo cromosoma X nel maschio le manifestazioni cliniche sono più importanti rispetto alla donna, dove l’altro cromosoma X può sopperire alla mancanza.

Nei maschi tipicamente si ha macrorchidismo (un ingrandimento dei testicoli) dopo la pubertà, allungamento del viso con una mandibola prominente, orecchie grandi, voce acuta e ritardo mentale con possibili tratti autistici e comportamento timido; in alcuni casi ci può essere un difetto del tessuto connettivo con ipermobilità delle articolazioni e prolasso della valvola mitrale, nelle donne si può avere solo alcuni tratti della malattia, solitamente lievi deficit cognitivi o difficoltà nell’apprendimento.

Se il numero di ripetizioni è compreso tra 55 e 200 volte si può essere portatori della mutazione, fatto che implica un rischio di trasmettere la condizione ai figli sia di portatore che di malato. Gli stessi portatori possono avere manifestazioni come disturbi dell’ansia e dell’umore e disturbi neurologici come l’atassia (perdita della coordinazione muscolare) e tremori intorno ai 40-50 anni (condizione detta FXTAS ossia “Fragile X Tremor-Ataxia Syndrome”). Visto il numero elevato di portatori nella popolazione generale, le persone che presentano i sintomi descritti sopra possono essere indagati per quanto riguarda il gene FRM1.

La diagnosi si basa sull’analisi del DNA e in particolare sulla valutazione della presenza dell’ ipermetilazione del gene FMR1, che indica l’inattivazione del gene stesso a causa della sindrome e consente di distinguere questa da altre possibili cause di ritardo mentale.

Non esiste attualmente una terapia che permetta di risolvere questa condizione, solo terapie del comportamento, supporto educativo ed eventuali terapie sull’aspetto fisico, ma si stanno conducendo studi su modelli murini su questo campo.

Come associazioni di riferimento abbiamo la National Fragile X Foundation (http://www.fragilex.org/) a livello internazionale mentre a livello italiano abbiamo l’Associazione Italiana Sindrome X Fragile (https://www.facebook.com/pages/Associazione-Italiana-Sindrome-X-Fragile-Onlus/151620481634995)

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