Una buona domanda si prefigge l’obbiettivo principale di facilitare la comunicazione e l’indagine.
La domanda è importante perchè spesso è quella che determina o può modificare sensibilmente la risposta, come vedremo nei seguenti sondaggi.
EUROBAROMETRO 2010 pagine 60-62
In Italia, il 39% degli intervistati si dice contrario alla sperimentazione animale se effettuata su cani e primati; tale percentuale scende al 20% quando gli animali ad essere impiegati sono i topi.
I ricercatori possono sperimentare su animali come cani e scimmie, se questo è importante per la tutela della salute umana

I ricercatori possono sperimentare su animali come i topi, se questo fornisce nuove informazioni riguardo i problemi di salute umana.

EURISPES (2011), pagina 71
Benché messa al bando dai più (88%), la sperimentazione medica sugli animali è intesa come ammissibile dall’8,2% degli italiani, il 7,4% dei quali lo trova un comportamento abbastanza tollerabile.
Questo dato è sensibilmente diverso rispetto agli altri sondaggi. Sarebbe importante capire la domanda fatta, e perché venga intesa la sperimentazione medica un “comportamento”. Purtroppo, anche dopo la richiesta via e-mail (da maggio scorso) di un nostro collaboratore all’Eurispes per avere dati e informazioni precise, nulla ci è pervenuto.
IPSOS (6-7 luglio 2011), qui la presentazione
Ad una prima domanda a freddo riguardante l’accettabilità dell’utilizzo degli animali per testare medicinali, gli intervistati rispondono così:
- del tutto inaccettabile, 39%
- poco accettabile, 27%
- abbastanza accettabile, 15%
- del tutto accettabile, 18%
Rispetto alla necessità della sperimentazione scientifica su animali per il progresso della medicina, il campione intervistato risponde così:
E’ interessante notare come dal sondaggio emerga che solo il 32% degli intervistati ritiene di essere informato sull’argomento.
Una volta informati, gli intervistati cambiano decisamente opinione riguardo al livello di accettabilità della sperimentazione scientifica sugli animali. Se prima era il 33% degli italiani a ritenerla accettabile, dopo è il 56% del campione ad essere di questa opinione. La percentuale di chi ritiene la sperimentazione animale non necessaria passa dal 39% al 21%.
Agli intervistati sono state date poche informazioni: più del 94% degli animali utilizzati nella ricerca biomedica sono roditori (topi e ratti) ed esiste una normativa molto stringente.
Da questo sondaggio appare chiaro come l’informazione corretta giochi un ruolo chiave affinchè le persone accettino la sperimentazione animale. Il nostro ruolo è pertanto molto importante.
Ora spostiamo l’attenzione su altri Paesi dove son stati proposti altri sondaggi interessanti, tenendo contro che la sensibilità all’argomento è sicuramente diversa rispetto all’Italia (non dimentichiamo che ogni giorno in Italia subiamo campagne politiche e mediatiche contro la sperimentazione animale in tv, tra l’altro nei programmi a maggior indice di ascolto).
Questo è un dettagliato sondaggio pubblicato lo scorso
ottobre (2012) nel Regno Unito.
Anche in questo caso le percentuali oscillano a seconda della domanda, ma coloro che si dichiarano contrari alla sperimentazione animale non superano mai il 50% degli intervistati.
Ancora una volta, chi si dichiara contrario alla sperimentazione animale è la minoranza degli intervistati.
Sicuramente in questi ultimi tempi la sensibilità per il mondo animale è aumentata, ma la ricerca è considerata essenziale:
Una società che non cura la ricerca rinuncia al suo futuro.
La ricerca bio-medica ha una caratteristica fondamentale: salvaguarda la salute del cittadino, garantisce una miglior qualità di vita (e un allungamento della stessa), dà una seconda chanche alle persone meno fortunate.
Come suggerito dal sondaggio IPSOS l’informazione è essenziale nella costruzione di un’opinione: le persone devono essere correttamente informate sulla sperimentazione animale per poter essere consapevoli della sua utilità.
Chiunque lavori in questo ambito sa perfettamente che il modello animale ha dei limiti, nessuno afferma il contrario o non lo ammette. Per ora tuttavia rimane il modello migliore che abbiamo.