ABC di uno studio (Guida per tutti, per comprendere l’informazione scientifica corretta) – Parte prima: La scelta della fonte
Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.
Spesso leggiamo in giornali/blog, o ci vengono proposti in tv, articoli scientifici di vario genere, dalla biologia, alla chimica e alla medicina, e proprio di questi ultimi vuole parlare questo articolo, in modo da fornire uno strumento utile per poter capire come interpretare l’ennesima scoperta della cura del cancro che si gira ciclicamente o la validità di certe terapie mediche fantasiose o senza alcuna prova scientifico-clinica di efficacia.
La scelta della fonte
- L’articolo scientifico viene “filtrato” dalla persona che scrive l’articolo sul blog/giornale e, purtroppo, spesso accade che questa non sia affatto esperta nel campo specifico ma che abbia una leggera infarinatura sia sull’argomento specifico dello studio, sia sulla statistica, elemento fondamentale che accompagna il ricercatore nella stesura dell’articolo scientifico; a seguito di questo possiamo trovare articoli come questo o come questo o ancora come questo, tutte notizie che se fossero state semplicemente approfondite si sarebbero rivelate bufale o mezze verità in quanto parlano di studi in corso e non ancora completati oppure di realtà già note alla comunità scientifica. Un esempio tra quelli che ho elencato è quello che interessa la farmacoresistenza ai chemioterapici che possiamo trovare in pazienti oncologici al secondo ciclo di chemioterapia, un fenomeno già noto agli oncologi e anche al MMG (Medico di Medicina Generale); lo studio originale a cui fa riferimento la notizia parla però di altro in realtà, ovvero della scoperta di un possibile meccanismo di chemioresistenza e quindi di un possibile target molecolare che potrebbe ridurre questo fenomeno. Una notizia decisamente positiva quindi, rispetto al messaggio trasmesso dai canali di informazione non scientifica, che hanno preferito sottolineare come si sia “scoperto” che la chemioterapia rafforza il tumore, a vantaggio di terapie “alternative” e supporter che hanno usato questa notizia per scagliarsi contro la medicina ufficiale e proporre le loro “terapie” non riconosciute.
- Il sensazionalismo rende e attira molta gente a leggere l’articolo stesso o ad acquistare la rivista. Facciamo un esercizio mentale: quale articolo vi invoglierebbe a comprare una rivista o a leggere un blog?
Articolo 1: “Studio sulla terapia ormonale nella terapia del carcinoma mammario ER +”
Articolo 2: “Scoperta la cura per il tumore al seno : basterà la pillola!”
E’ un meccanismo naturale scegliere l’articolo più semplice dal punto di vista dei termini e che colpisce di più ad una prima occhiata, ed è lo stesso meccanismo con cui preparano i servizi al telegiornale o impaginano un quotidiano: vengono messe prima le notizie importanti, magari con un titolo accattivante così da fissarsi nella mente della persona che lo legge. Ma mentre la questione può essere accettabile per quanto riguarda gossip o cronaca, questo non può accadere per quanto riguarda le notizie scientifiche, dove titoli sensazionalistici del genere possono creare false illusioni nelle persone. - Quando si scopre che l’articolo è errato o espone un concetto in modo poco imparziale o distorto, non vi sono mai rettifiche da parte del giornale/blog/rivista/programma televisivo: non avviene nemmeno per le notizie in cui si calunniano persone senza alcun grado di giudizio, pretendere che avvenga per un articolo scientifico spiegato male o in modo alterato è decisamente utopico e d’altronde sarebbe alquanto controproducente per la rivista/blog/programma stesso, in quanto si creerebbe un precedente negativo in termini pubblicitari. La linea di condotta è tipicamente quella di non rispondere o lasciare che la notizia stessa venga dimenticata dai più. Un caso recente che può essere portato ad esempio è quello riguardante le dichiarazioni della Dott.ssa Kuan circa il caso Talidomide, che sono state prontamente smentite sia dal prof. Garattini che da un articolo (serio questa volta) con fonti a prova della sua veridicità (li trovate qui e qui). Qual’è stato il risultato? La LAV è rimasta muta di fronte alla critica e non ha risposto ulteriormente, anche di fronte allerichieste di rettifica sulla sua pagina, molto probabilmente per evitare un confronto da cui sarebbe uscita malconcia e screditata dal punto di vista scientifico.
- E’ molto importante infine il contesto in cui lavora una rivista/blog/programma e il pubblico a cui si rivolge: paradossalmente molti giornali che si definiscono o vengono definiti da altri come liberi sono molto restii a pubblicare articoli scientifici seri o tendono a schierarsi dalla parte dell’opinione popolare, senza verificare la veridicità di determinate notizie; oltre al fatto che molti blog sono chiaramente schierati, fatto che rende le loro notizie decisamente poco attendibili o addirittura al limite del complottismo.
- Google può essere un motore di ricerca utile per cercare informazioni senza alcun tipo di scrematura ma, visto che va a pescare in tutta la rete, la sua attendibilità è molto limitatain quanto può farci ottenere informazioni sia corrette che scorrette; inoltre si deve sottolineare che tendenzialmente una persona che cerca su Google si limita spesso ai primi risultati ottenuti, e che Google stessa o altre società informatiche sfruttano questo fenomeno come fonte di guadagno riuscendo a mettere determinati siti tra i primi risultati ottenibili tramite questo motore di ricerca .(NB: ho citato Google in quanto è il motore di ricerca più utilizzato in assoluto ma lo stesso discorso vale anche per gli altri motori di ricerca)
- Un altro possibile mezzo è il passaparola tra persone. La trasmissione virale delle informazioni rimane un cardine nella diffusione delle stesse e, grazie ad Internet, questo fenomeno ultimamente si è notevolmente potenziato; come si potrà intuire peròl’informazione rimane comunque ridotta e limitata alle capacità di comprensione e di spiegazione della persona che comincia il passaparola.
- I blog o siti d’informazione scientifica generici possono trasmettere informazioni utili anche in modo semplificato rispetto ad altri canali di informazione, ma sono anch’essilimitati dalle capacità della persona che scrive, in quanto a formazione in un campo specifico, a comprensione dell’argomento e alla capacità di trasmettere lo stesso ai lettori; inoltre dietro a questi possono e ci sono, spesso e volentieri, interessi economici riguardo come per esempio la vendita di un prodotto come cura miracolosa (un esempio eclatante è il caso dell’Aloe Vera, che attualmente sembra diventata la panacea per tutte le malattie, dall’unghia incarnita al melanoma al IV stadio; o il famoso “veleno di Scorpione”, saltato alla ribalta della cronaca grazie ai servizi delle Iene e che ha fatto fruttare molti soldi agli organizzatori dei cosiddetti “viaggi della speranza” a Cuba). Per ovviare in parte a questo problema è stato istituito l’HonCode, ovvero una certificazione assegnata solo ai siti che rispettano un regolamento stringente sull’informazione medica e scientifica riguardo le notizie e le informazioni che vengono divulgate tramite essi(il regolamento per ottenere questa certificazione è consultabile qui).
- Infine abbiamo i motori di ricerca scientifica, mezzi utili perché permettono di ottenere glistudi originali citati in articoli non scientifici, con il difetto di essere sotto forma di dati statistici a volte poco comprensibili per chi non è formato in ambito statistico e nella ricerca scientifica. Per quanto riguarda l’informazione medico-scientifica, il migliore motore di ricerca rimane Pubmed, che permette di accedere agli abstract della maggior parte delle riviste scientifiche e molte volte anche all’articolo stesso a titolo gratuito; i suoi limiti sono legati sia alla terminologia utilizzata che può limitarne la comprensione, come già detto sopra, sia alla rivista stessa, in quanto molti articoli vengono citati in Pubmed appunto come abstract e non come articoli completi, obbligando il lettore ad iscriversi alla rivista se vuole leggere questi ultimi.
La scelta delle fonti, in conclusione, rimane un nodo cruciale per quanto riguarda l’informazione scientifica in quanto permette di avere accesso in modo corretto a determinate conoscenze e di poterle trasmettere in modo non alterato ad un pubblico di qualsiasi dimensione, dall’amico alla platea di un programma televisivo; è fondamentale però che questa trasmissione di conoscenze sia fatta da persone veramente competenti in campo scientifico-statistico;, non da dilettanti allo sbaraglio, in quanto il rischio di lanciare messaggi distorti e, in alcuni casi, anche pericolosi è veramente alto. Si dovrebbe infatti evitare di lanciare messaggi sensazionalistici e di illudere, come purtroppo spesso accade, tante persone e sarebbe decisamente più corretto sacrificare qualche punto Auditel a favore di un’informazione più corretta e sicuramente più utile.
[Dr. Marco Delli Zotti – Comitato Scientifico Pro-Test Italia]