Sperimentazione animale e alimentazione
Da moltissime persone che difendono la sperimentazione animale viene espressa un’idea: non sei d’accordo con questi metodi? Non curarti, rinuncia ad ogni medicina in commercio. In effetti, non esiste farmaco che non sia stato sperimentato sull’animale e, per coerenza, la persona che è contraria a queste pratiche dovrebbe smettere di prenderne, in caso contrario semplicemente si avvale dei risultati scientifici che lui stesso critica. La risposta dell’animalista in genere è che si cura con l’omeopatia o medicine naturali (qualunque cosa voglia dire) oppure che usa farmaci ormai già da tempo in commercio, e che quindi è inutile non usufruirne (un po’ come quelle persone che dicono che non sono vegetariani perché tanto, ormai, l’animale è morto).
La realtà è che nel mondo civilizzato di oggi, senza la sperimentazione animale non si potrebbe nemmeno mangiare o bere.Partiamo dai casi più evidenti: gli additivi. La dose massima decisa per legge degli additivi all’interno di ogni alimento è decisa sperimentando su animali, se la pratica non è accettata allora si devono evitare tutti gli alimenti addizionati con qualunque cosa. Coloranti, conservanti, edulcoranti, addensanti… tutte le aggiunte hanno una base di sperimentazione animale, che appunto serve per decidere la dose massima contenuta in ogni confezione. Ovviamente questo vale anche per le bibite.
“Ma io ci sto attento e già non prendo le schifezze delle lobby delle industrie alimentari.”
Buon per te, sei già a buon punto per una salute di ferro, ma ancora non rinunci alla sperimentazione. La quantità massima di pesticidi sugli ortaggi in commercio è decisa tramite sperimentazione animale, la quantità di inquinanti dei prodotti lattierocaseari ammissibile è decisa tramite sperimentazione animale, la quantità di nitriti e nitrati nelle carni massima è decisa tramite… sperimentazione animale.
“Ma io sono vegano e ho il mio orticello dove non uso nessun pesticida.”
Benissimo, altro passo avanti verso una salute di ferro (sempre che si integri l’alimentazione con la B12 e si segua un buon piano alimentare), ma ancora non stai rinunciando alla sperimentazione animale. L’orticello dà verdure sporche che ovviamente vanno lavate. Amuchina? Sperimentazione animale. Acqua corrente? Lascio indovinare al lettore da dove vengono i regolamenti per la quantità di cloro e minerali ammissibili nell’acqua potabile.
“Ma io non lavo nulla, così mi prendo pure la B12 dai batteri.”
Pessima idea. In questo modo aumenta di molto la probabilità di contrarre un’infezione intestinale che costringerebbe ad usare un antibiotico (ops).E per la B12… perché diamine sarebbe meglio mangiare della verdura sporca piuttosto che un integratore praticamente sterile?
In conclusione, se si è contrari alla sperimentazione animale, l’unico modo per sopravvivere è rinunciare ad ogni forma di civiltà. Questo comporterebbe, probabilmente, una naturalissima e indispensabile propensione alla caccia di selvaggina, al bere da ruscelli e fiumi (che spesso sono inquinati) e, probabilmente ad una aspettativa di vita decisamente più bassa di quella a cui si può aspirare. Ah, e ovviamente questo comporta anche la rinuncia ad internet.
Dott. Giuliano Parpaglioni
Biologo Nutrizionista