Conseguenze dell’emendamento Brambilla sul benessere animale e sulle tasche degli italiani

Il 20 settembre 2010 è stata approvata la nuova direttiva europea in materia della sperimentazione animale, con misure più rigorose e trasparenti, con l’interesse di garantire un maggior benessere degli animali da laboratorio,  senza però ostacolare la ricerca e il progresso medico e scientifico.

La nuova direttiva europea, che sostituisce quella del 1986, si fonda sul principio delle 3R:

  • Reduction (in italiano “riduzione”) si intende la riduzione del numero di animali utilizzati al minimo necessario in modo da ottenere risultati statisticamente significativi;
  • Replacement (in italiano “sostituzione”) dell’uso di animali con metodi alternativi. L’Ue favorisce e finanzia l’uso di metodi alternativi;
  • Refinement (in italiano “affinamento”) si riferisce all’uso di metodi di anestesia, soppressione e procedure chirurgiche e non che cerchino di eliminare anche del tutto, se possibile, il dolore e lo stress ai quali sono sottoposti gli animali durante l’esperimento;

La nuova direttiva europea inserisce nuove regole, ben definite e ancora piú restrittive delle precedenti in merito al tipo di procedure permesse e ai metodi: specialmente per quanto riguarda gli interventi chirurgici e le pratiche che possono causare dolore negli animali.

La nuova direttiva introduce una lunga lista di regole pratiche per definire elementi fin’ora commissionati solo al buon senso delle singole istituzioni, elementi come le condizioni di allevamento e di benessere degli animali, la responsabilità del personale addetto; la fondazione di un centro europeo per la convalida dei metodi alternativi e di organi di ispezione e controllo.

La direttiva europea del 2010 in materia di sperimentazione animale , insieme a tutte quelle del 2011 è entrata a far parte della legge Comunitaria 2011. Come tutte le leggi anche la Comunitaria ha fatto il suo percorso prima nelle Commissioni della Camera dei deputati dove, tra la sorpresa generale, L’On. Brambilla ha presentato un emendamento che è stato approvato dalle commissioni, e dopo pochi giorni in Aula, a grandissima maggioranza.

Facciamo un piccolo excursus in merito al procedimento legislativo italiano: in Italia vige come procedimento legislativo il bicameralismo perfetto, dove la Camera dei Deputati ed il Senato (i due rami che compongono il Parlamento) hanno gli stessi poteri. I disegni di legge vengono discussi, emendati e approvati dalle varie commissioni (gruppi parlamentari) di uno dei 2 rami del parlamento ( Senato / Camera dei Deputati) quindi passano all’altro (Camera dei Deputati/ Senato) che può approvarli in via definitiva solo senza modificare in nulla la legge; in caso contrario il testo dovrà ritornare nuovamente al ramo del parlamento che lo ha esaminato per la prima volta.

 

Dopo l’esito favorevole della votazione già espressa alla Camera dei Deputati, la legge è quindi arrivata al Senato dove è passata nelle varie commissioni. In Senato esistono varie commissioni “di merito” che possono indagare e prendere decisioni su materie di propria pertinenza.

Le leggi Comunitarie hanno come commissione di merito la Commissione Affari Europei ed è lì che ad oggi si sta discutendo sulla Comunitaria 2011.

La direttiva Comunitaria si è fermata alla Commissione Affari europei, poiché si è riscontrato un grosso problema: secondo la Direttiva UE all’articolo 2. comma 1 si dice che uno stato membro può mantenere una legislazione nazionale più restrittiva se questa era in vigore alla data del 9 novembre 2010 e quindi di fatto la legislazione nazionale non può essere più restrittiva della direttiva stessa.

“Article 2 Stricter national measures

1. Member States may, while observing the general rules laid down in the Treaty, maintain provisions in force on …∗∗∗, aimed at ensuring more extensive protection of animals falling within the scope of this Directive than those contained in this Directive. Before …∗∗∗∗∗∗ Member States shall inform the Commission about such national provisions. The Commission shall bring them to the attention of other Member States.”

“Articolo 2 Misure nazionali più rigorose1. Nel rispetto delle disposizioni generali del TFUE, gli Stati membri possono mantenere disposizioni vigenti al 9 novembre 2010, intese ad assicurare una protezione più estesa degli ani­mali che rientrano nell’ambito di applicazione della presente direttiva rispetto a quella prevista nella presente direttiva.Prima del 1o gennaio 2013, gli Stati membri informano la Commissione di tali disposizioni nazionali. La Commissione le porta all’attenzione degli altri Stati membri.”

l’Italia, come ogni Stato membro, non è dunque libera di porre norme più stringenti della direttiva dell’Ue stessa ( a meno questo non si sia già fatto questo in passato). Se l’Italia approvasse l’emendamento Brambilla, sarà resa disarmonica rispetto all’Ue stessa, andando contro l’intento della direttiva e dovrà pagare severe sanzioni di decine di migliaia di euro al giorno.

Per quanto riguarda l’emendamento Brambilla ( scaricabile quihttp://www.senato.it/documenti/repository/dossier/studi/2012/Dossier_334.pdf ), ne illustriamo i punti salienti:

“b) vietare l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, previa autorizzazione del Ministero della Salute, sentito il Consiglio superiore di sanità;

c) si vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione sul territorio nazionale

e) vietare l’utilizzo di animali negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, ed esperimenti bellici;

f) vietare gli esperimenti che non prevedono anestesia o analgesia, qualora provochino dolore all’animale”

Il recepimento dell’emendamento Brambilla, non solo porterebbe l’Italia in contrasto con quanto detto dalla direttiva, ma, se analizziamo bene i punti sopracitati, scopriamo che andrebbe persino contro il benessere animale stesso:

  1. Il fatto che si voglia chiudere gli allevamenti di cani, gatti e scimmie da sperimentazione (comma c) in Italia comporterebbe maggiore danno per gli animali, poiché dovrebbero subire lostress da trasporto;
  2. si vuole rendere obbligatoria l’anestesia per qualsiasi intervento ( vedere comma f) , anche quelli meno invasivi dell’anestesia stessa: bisognerebbe fare l’anestesia per un semplice prelievo di sangue. Bisognerebbe fare anche l’anestesia in quei casi la stessa possa pregiudicare l’esito dell’esperimento, rendendolo inutile, quindi dannoso per l’animale stesso rendendolo un sacrificio inutile;
  3. nel punto “e” si parla di “alta formazione”, cosa vuol dire? Intende tutto l’iter universitario? Oppure esclusivamente la specializzazione? – questo emendamento potrebbe precludere la possibilità in futuro di creare personale preparato come per esempio veterinari che oggi si avvalgono dei tirocini clinici. La clinica è necessaria per creare personale che, prima di essere inserito nel mondo del lavoro, abbia già acquisito una certa manualità. Lo studente di medicina veterinaria ha il diritto di potersi formare. E’ difficile tutelare il benessere animale, se non si dispone di personale qualificato. Di fatto risulta vietata la ricerca universitaria di base sulle specie elencate dal comma b (cani, gatti e scimmie);

Attualmente la Commissione Affari europei si trova nel grande problema di approvare una legge, sulla spinta delle pressioni dell’opinione pubblica guidata dalle campagne animaliste. Come è stato descritto, questo comporterà una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia con l’applicazione di una multa onerosa, tra l’altro in un periodo di crisi economica molto grave per il nostro Paese.

Per finire si deve aggiungere anche un altro problema: siccome l’Italia, è in vistoso ritardo sulla scadenza prevista dalla Direttiva UE c’è il rischio di infrazione anche su questo fronte.

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Note: se volete informarvi meglio potete leggere

antilav

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